Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 14 novembre 2024
 
la decisione
 

Il Papa fa tornare le suore nel monastero Mater Ecclesiae dove ha vissuto Benedetto XVI

13/11/2023  Saranno le benedettine argentine dell'Abbazia di Santa Scolastica di Buenos Aires ad alloggiare dal prossimo gennaio nella struttura, nel cuore dei Giardini Vaticani, dove ha vissuto il Papa emerito dal maggio 2013 fino alla morte il 31 dicembre 2022. Ora, scrive la Santa Sede, riprende «l’obiettivo originario voluto da Giovanni Paolo II, quello di sostenere il Santo Padre nella sua quotidiana sollecitudine per tutta la Chiesa, attraverso il ministero della preghiera, dell'adorazione, della lode e della riparazione»

L'incontro tra papa Francesco e Benedetto XVI nel monastero Mater Ecclesiae in occasione del Natale 2013 (Ansa)
L'incontro tra papa Francesco e Benedetto XVI nel monastero Mater Ecclesiae in occasione del Natale 2013 (Ansa)

Il monastero Mater Ecclesiae, nei Giardini Vaticani, che dalla rinuncia al pontificato, nel 2013, e fino alla morte del 31 dicembre 2022 è stato la residenza del Papa emerito Benedetto XVI, ridiventa ora monastero per volere di papa Francesco.

«San Giovanni Paolo II, con il Breve La vita contemplativa del 25 marzo 1994, ha eretto canonicamente nella Città del Vaticano un Monastero di Monache di vita contemplativa, con il titolo di Mater Ecclesiae», si legge in una comunicazione diffusa lunedì dalla Sala stampa della Santa Sede. «Dopo la morte di Benedetto XVI, che desiderava risiedervi per trascorrere gli ultimi anni della sua vita accompagnando la Chiesa con la preghiera, il Santo Padre Francesco, con lettera autografa del 1° ottobre di quest'anno, ha disposto che il Monastero Mater Ecclesiae riprenda il suo scopo originario: che degli ordini contemplativi sostengano il Santo Padre nella sua quotidiana sollecitudine per tutta la Chiesa, attraverso il ministero della preghiera, dell'adorazione, della lode e della riparazione, essendo così una presenza orante nel silenzio e nella solitudine», prosegue la nota.

A tal fine, si legge nella nota, «papa Francesco ha convocato le Monache dell'Ordine Benedettino dell'Abbazia di Santa Scolastica di Victoria, provincia di Buenos Aires (diocesi di San Isidro) in Argentina, che hanno generosamente accettato l'invito del Santo Padre. Le sei monache che, secondo gli Statuti, formeranno la Comunità Monastica inizieranno a vivere nel Monastero nei primi giorni di gennaio», aggiunge la comunicazione.

Papa Francesco ha anche deciso che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano sarà responsabile di tutte le questioni riguardanti il Monastero Mater Ecclesiae.

Dopo la morte di Ratzinger, ad agosto scorso sono stati avviati alcuni lavori di ristrutturazione prima dell’arrivo delle monache argentine.

La struttura, un ex ufficio della Gendarmeria Vaticana, fu costruita tra il 1992 e il 1994 per volere di Giovanni Paolo II. Circondato da alte siepi e sorvegliato dai gendarmi, si trova pochi metri sotto la torre della Radio Vaticana e appena sopra la Casina Pio IV, sede delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali. Dista circa 350 metri da Casa Santa Marta, dove ha scelto di vivere Bergoglio.

A forma di parallelepipedo, il monastero a è diviso in due parti: a ovest si trova la cappella di due piani, a est gli ambienti monastici e le 12 celle, strutturati su quattro piani. Accanto al monastero si trova un orto, dove vengono coltivate frutta e verdura con metodi biologici. Prima di essere scelto da Ratzinger come sua ultima residenza, il Mater Ecclesiae ospitava una comunità di suore di clausura di diverse nazionalità e dedite soprattutto alla preghiera, rigorosamente in latino, ma anche a lavori più profani: prendersi cura della talare bianca del Papa, ricamare mitre e stole, e occuparsi dell’orto papale, «pomodori, peperoni, zucchine, cavoli, odori, menta» spiegava la badessa in una vecchia intervista all’Osservatore Romano. Venivano coltivati «in modo naturale, concimato con letame - e non con sostanze chimiche - che viene direttamente dalle Ville pontificie di Castel Gandolfo» insieme a limoni e arance «dalle quali ricaviamo la marmellata con una ricetta tipica del nostro monastero. La doniamo al Papa, che la gradisce molto».

Secondo lo statuto del monastero, ogni cinque anni è prevista l'alternanza di ordini monastici differenti. Dal 1994 al 1999 è stato occupato dalle Clarisse, dal 1999 al 2004 dalle Carmelitane Scalze, dal 2004 al 2009 da dieci Benedettine, dal 2009 alla fine del 2012 dalle monache della Visitazione.

Alla fine del 2012, le suore della Visitazione sono state invitate in gran segreto a tornare nel loro monastero per consentire l’inizio dei lavori di ristrutturazione, come ha scritto il giornalista Massimo Franco nel suo libro Il Monastero (Solferino, 2022). Solo alcuni mesi dopo si è appreso che Benedetto XVI, dopo le sue dimissioni nel febbraio 2013, aveva programmato di trasferirsi lì.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo