Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 20 settembre 2024
 
dossier
 

Uganda: finita la guerra, non la tirannia

25/11/2015  Il Paese si sta lentamente risollevando. Ha chiuso la stagione del conflitto, ma non quella della democrazia negata: da 30 anni ha lo stesso presidente, Yoweri Museveni, e vede “scomparire” uno dopo l’altro gli oppositori.

L’Uganda sta ancora facendo i conti con la sua lunga e sanguinosa guerra civile. È durata 20 anni, ha provocato almeno 100 mila vittime e oltre un milione di sfollati. Si è conclusa nel 2007, soltanto otto anni fa. È stato uno dei conflitti più atroci del continente: qui l’Lra, il cosiddetto Esercito di liberazione del Signore (foto in alto), guidato da Joseph Kony, utilizzava sistematicamente il saccheggio, la distruzione dei villaggi e l’arruolamento forzato dei bambini e delle bambine, per rimpinguare le sue truppe. Sono state sequestrate intere scolaresche, e ancora oggi non si sa che fine abbiano fatto molti di quei minori. Non sono mai tornati a casa. Il Nord era diventato una sorta di immenso campo profughi. Nessuno più stava nei villaggi, dove le incursioni dei ribelli erano frequenti. Si era diffuso un fenomeno mai verificatosi prima: i bambini erano diventati “pendolari della notte”, perché di sera andavano in città, dov’erano più protetti, e al mattino tornavano in famiglia.

Il Paese si sta lentamente risollevando. Ha chiuso la stagione della guerra, ma non quella della democrazia negata: da 30 anni ha lo stesso presidente, Yoweri Museveni, e vede “scomparire” uno dopo l’altro gli oppositori. Il cammino della giovane Uganda è ancora lungo. Anche per sconfiggere la povertà: un terzo della popolazione vive sotto la famosa soglia di un dollaro al giorno di reddito. In Uganda è l’intera popolazione ad attendere il Papa: i cattolici sono quasi la metà, un altro 30% della popolazione, sempre cristiano, appartiene alla Chiesa anglicana.

Multimedia
Il Papa a Bangui: «Da questa Porta Santa il mondo chiede pace»
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo