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mercoledì 09 ottobre 2024
 
 

Il Vangelo del sorriso, i commenti di Franco Miano e Chiara Giaccardi

30/11/2013  Ancora reazioni all'Evangelii gaudium. Intervengono Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione Cattolica, e la sociologa Chiara Giaccardi, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Si moltiplicano i commenti all'Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco. Tra gli altri, interviene anche il presidente nazionale dell'Azione cattolica italiana, il filosofo Franco Miano, che àncora la sua riflessione  a un passaggio particolare del documento: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù».

«È questo il senso più profondo dell’esortazione di papa Francesco», osserva Miano. «È un testo bellissimo, che spinge tutta la Chiesa a mettersi in cammino, a rinnovare se stessa e a comunicare quel grande tesoro di vita buona che deriva dall’incontro con il Signore. La gioia del Vangelo è prorompente, non può non essere comunicata agli altri, non può non portare all’incontro con gli altri. Cambia così la prospettiva anche della vita della Chiesa, che non può rimanere chiusa in se stessa. Cambia così l’impostazione della pastorale. Vengono provocati alla conversione tutti i credenti, a cui è chiesto di mettersi in moto, di uscire, di incontrare tutti, di privilegiare i poveri, il dialogo, la pace. La profondità dell’incontro con il Signore, accolto nell’intimo del nostro cuore, va di pari passo con la forza di una mentalità nuova e di un impegno missionario a tutto campo».

Anche la sociologa Chiara Giaccardi, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, preferisce muoversi  da un punto preciso dell'Esortazione. «"A partire da alcuni temi sociali, importanti in ordine al futuro dell’umanità, ho cercato (…) di esplicitare l’ineludibile dimensione sociale dell’annuncio del Vangelo, per incoraggiare tutti i cristiani a manifestarla sempre nelle loro parole, atteggiamenti e azioni"», esordisce: «Così si conclude il quarto capitolo dell'Evangelii gaudium, al n. 238. Papa Francesco, arrivato dall’altra parte del mondo, ha una sensibilità sociale sviluppatissima, che si esprime in due nuclei centrali: l’amore per l’umano, in tutte le sue forme, specie quelle più fragili, che vanno accostate, accolte, sostenute, difese e messe in primo piano; e la consapevolezza che nessuna evangelizzazione è possibile se non sappiamo in che mondo viviamo. Un mondo che si conosce solo camminandoci dentro, accorciando le distanze, costruendo ‘prossimità itinerante’, ‘comunione missionaria’ (23). Per una Chiesa che non ha paura di sporcarsi le vesti. Una Chiesa ‘in uscita’. Basterebbero l’inizio, (n. 2), dove si fa una diagnosi lucidissima del disagio contemporaneo, o le pagine sulla città come luogo privilegiato di evangelizzazione, con tutte le sue contraddizioni ma anche la sua palpitante umanità (71 segg) per capire in che mondo viviamo e iniziare, con gioia e speranza, a fare del nostro meglio, insieme.

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Evangelii gaudium, la presentazione in Vaticano
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