Alcuni testimoni raccontano che talvolta i due si incontravano pensando a un rapido scambio di saluti, dieci minuti, un quarto d'ora, non di più, e poi restassero a chiacchierare anche per due ore. Joaquín Navarro-Valls, ex Capo ufficio stampa della Santa Sede e portavoce di Papi amava ragionare con Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca, top manager con tre lauree, una delle quali in Filosofia. Il ricordo di quegli incontri è pubblicato in un libro delle Edizioni Ares curato da Paolo Arullani. Per gentile concessione dell'Ares, pubblichiamo il capitolo firmato da Sergio Marchionne.
«Ci sono alcune persone che incrociano le nostre strade che hanno un dono speciale, quello di lasciarti qualcosa. Hanno la capacità di suscitare ammirazione e rispetto, per il modo in cui si comportano, per la chiarezza di visione, per il semplice fatto di essere oneste, dirette e trasparenti. Sono persone che hanno le qualità di un vero leader, che si seguono per l’esempio che danno, per la serietà e l’integrità delle scelte e per la capacità di comportarsi sempre con naturalezza ed umiltà. Joaquín Navarro-Valls era una di queste persone. Quando mi hanno chiesto un ricordo personale ho pensato alla forza di un uomo così carismatico, forza morale e di pensiero, in grado di unire mondi tanto diversi e in apparenza così lontani, come quello ecclesiastico e imprenditoriale. Quello che di lui mi colpì, fin dal nostro primo incontro, era proprio la profondità di pensiero. Negli anni, abbiamo condiviso riflessioni di filosofia e di politica; ci siamo confrontati sulle dinamiche della società moderna e sui modelli di sviluppo compatibili con le aspirazioni di progresso umano e sociale. Ricordo che una volta, nel suo ufficio al Campus Bio-Medico, parlammo a lungo dell’importanza e del coraggio di compiere delle scelte e dell’idea che ogni scelta implica una rinuncia. Questo era il pensiero di Navarro-Valls: chi non è in grado di scegliere, chi vuole tutto, è perché non ha grandi aspirazioni, è perché non sa apprezzare il valore dei propri obiettivi. Quel «tutto» che brama non fa nessuna differenza nella sua vita, quindi equivale a nulla. Si tratta di un aspetto su cui ci siamo sempre trovati d’accordo e in cui Navarro-Valls ha dimostrato di credere fermamente, con scelte personali anche molto precise. Uomo ironico e mai banale, dall’apparenza schiva ma dalla curiosità intellettuale non comune, aveva anche un altro tratto caratteristico, che credo abbia alimentato il nostro rapporto di stima e di amicizia. A dispetto di quello che si potrebbe pensare di chi lavora in un ambiente cattolico tradizionale, Navarro-Valls, al contrario, era l’esempio di una mente aperta e di una estrema modernità di visione e di pensiero. Era convinto che il mondo non ha e non può avere confini. Per tutta la vita si è fatto portavoce di questo messaggio di apertura, cercando anche di dare un’impronta internazionale al Campus, non solo per far crescere l’Università ma anche per portarne all’estero i valori fondanti, primo tra tutti l’umanizzazione della Medicina. Credo che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro degli insegnamenti che ci ha lasciato e coltivare quei valori di umanità e apertura al mondo di cui è sempre stato uno dei più convinti promotori».
Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca
Paolo Arullani (a cura di), Joaquín Navarro-Valls. Ricordi Scritti Testimonianze, Edizioni Ares, Milano 2018, pagg. 141-143.