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giovedì 19 settembre 2024
 
cover story STORIE DI RISCATTO
 
Credere

L'abbraccio del padre ci salva

22/02/2024  Davide Cerullo è stato un giovane camorrista ma ha cambiato vita grazie al Vangelo letto per caso in carcere: «Mi ha svelato l’amore che non avevo mai ricevuto». E ora s’impegna perché i bambini delle periferie trovino la cura che a lui era mancata

«Ho difeso le mie fragilità del passato perché ho capito che avrei potuto trasformare le cicatrici in luce e possibilità di cambiamento anche per gli altri». Inizia così il racconto di Davide Cerullo, 50 anni, un passato nella criminalità e un presente ricco di bellezza. Ieri camorrista, immerso nella gestione di una piazza di spaccio per conto di un clan, oggi scrittore, fotografo, educatore, impegnato in un progetto a favore dei bambini di Scampia con l’associazione di promozione sociale e culturale L’Albero delle storie. «Abbiamo dato vita a una fattoria didattica con asini, capre, galline, nel cuore di Scampia, per offrire ai più piccoli svago, momenti didattici, doposcuola», racconta.

«Quando ero piccolo i bambini come me venivano classificati a rischio: eravamo semplicemente esclusi e da quella condizione, poi, siamo diventati reclusi. I bambini oggi vedono in me quell’adulto che io non ho avuto a guidarmi e a proteggermi». Cerullo era tra quelli dichiarati perduti ma si è salvato. Il punto di svolta è da ricercare nella fede. «Sono il nono di quattordici figli, mio padre a un certo punto è andato via e tutti noi siamo rimasti con mamma.

Già a 11 anni ho cominciato a spacciare droga, da adolescente gestivo una delle piazze di spaccio di Scampia, a 16 anni sono stato arrestato per la prima volta e a 18 anni gli affiliati di un clan rivale mi hanno spezzato le gambe in un agguato. Era necessario l’amore di Dio per poter cambiare questa brutta vita. In carcere, tornando dall’ora d’aria, un giorno ho trovato un Vangelo sul mio letto e nelle ultime pagine, quelle degli Atti degli Apostoli, ho letto per tre volte il mio nome: Davide. Ho strappato e conservato quelle pagine, che mi restituivano un nome e la sensazione di essere amato, indipendentemente dal mio eventuale cambiamento.

Dentro di me ho sentito di avere la possibilità di far parte di una vita diversa ma non è stato semplice lasciare quel mondo e ripartire. Però Gesù mi aveva chiamato, aveva scavato un solco nel mio spirito».

 

 

La loro storia di Davide Cerullo, raccontata dalla giornalista Flavia Squarcio, si trova sul numero 8/2024 di Credere nelle edicole e nelle librerie dal 22 febbraio e nelle parrocchie dal 24. Credere è disponibile anche su edicolasanpaolo.it

 
 
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