«I confini non esistono in natura. Sono convenzioni che quando diventano frontiere invalicabili generano ingiustizie, violenze e guerre». Ragiona dell'ultima notizia rilanciata da Bruxelles mentre è in viaggio verso la Puglia di Tonino Bello, don Luigi Ciotti.
Dodici membri dell'Unione europea (Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca), in una lettera indirizzata alla Commissione di Bruxelles, hanno chiesto alle istituzioni comunitarie di finanziare la costruzione di "protezioni" alle frontiere «per evitare», sostengono, «piuttosto che affrontare in seguito, le gravi conseguenze di sistemi migratori e di asilo sovraccarichi e capacità di accoglienza esaurite, che alla fine influiscono negativamente sulla fiducia nella capacità di agire con decisione quando necessario». «Allo stesso tempo», si legge ancora in un passaggio del documento, «queste soluzioni europee dovrebbero mirare a salvaguardare il sistema comune di asilo riducendo i fattori di attrazione ('pull factors')».
«Lo aveva già denunciato don Tonino Bello nel 1992», dichiara a Famiglia Cristiana don Luigi Ciotti: «la politica rischia di ridursi a regolatrice di interessi, affermò temendo che l'Europa crescesse sempre più come "cassa" e non come "casa" comune, e che il Vecchio Continente da terra di fratelli si trasformasse in terra di mercanti senza cuore. È bene sapere che la Terra misura 13 mila chilometri di diametro, ma ne conta già oggi circa 16 mila di barriere, muri, fili spinati. Vogliamo continuare a creare divisioni?».
«I confini non esistono in natura», prosegue don Luigi Ciotti. «Sono convenzioni che quando diventano frontiere invalicabili generano ingiustizie, violenze, guerre. Oggi i confini si manifestano da un lato come distanza e come diseguaglianza, dall'altro come processi di esclusione e come atti di respingimento. I "confini" lasciano passare le merci ma spesso sbattono la porta in faccia a persone che scappano da conflitti, miseria, drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici».
Gli Stati devono grarantire sicurezza ai loro cittadini... «"Sicurezza" è una parola logora, abusata, piegata a logiche di potere. Si parla di "diritto alla sicurezza" quando invece sarebbe il caso di insistere sulla "sicurezza dei diritti". In altre parole: dobbiamo arrivare a garantire a tutti, nessuno escluso, diritti certi in campo sociale e in campo economico,. Senza il filtro della giustzia, l'errore è sempre lo stesso: considerare "gli altri" una minaccia al nostro tenore di vita. La minaccia, invece, è la crescente diseguaglianza che genera miseria ed emarginazione. Dunque poveri. Dunque migranti. La malattia che ha minato e mina le basi della società, che ci sta rubando speranza, dignità e libertà ha un nome preciso: individualismo. L'egoismo è la malattia dell' io che porta a farci perdere il senso d'umanità, riducendo la nostra anima a brandelli».