Avrà il fiato grosso, ma – beneo male – aprirà. Ormai mancapoco all’inaugurazione, il primomaggio, di Expo Milano2015, la seconda Esposizioneuniversale della città dedicataal tema “Nutrire il pianeta energiaper la vita”. La prima avvenne nel 1906e la città ancora rifulge delle splendide palazzine Art Déco costruite perl’occasione. Per quest’edizione non ci saranno monumenti a futura memoria, a parte un restyling di piazze e fontane, ma tutto verrà concentrato nel triangolo tra la Fiera di Rho, il carceredi Bollate e il Cimitero Monumentale dove si è deciso di far sorgere il complesso fieristico.
Il 1° novembre, alla fin della fiera, rimarrà solo il Padiglione Italia, trasformato in Centro Congressi, tutto il resto, o quasi, verrà smantellato. Nel frattempo si è fatto un bando di gara per le opere di “camouflage”, ovvero per quei teloni necessari a mascherare i progetti incompiuti. Milano si è aggiudicata il bando di Expo nel lontano 6 aprile 2008, ma sono stati sette anni vissuti secondo la logica dell’emergenza, perennemente in ritardo su tutto, con una scia di polemiche (come quella sulla cementificazione di un’immensa area agricola), scandali, inchieste, arresti.
Sui quattro principali appalti ci sono state altrettante indagini giudiziarie. Molti incarichi sono stati fatti «senza previa pubblicazione del bando», altri con «procedure ristrette semplificate». Non si contano le deroghe alle autorizzazioni, le gare private, la discrezionalità sui controlli. La magistratura ha avuto il suo bel daffare. I primi arresti sono del 2o marzo 2014, con una lista di 68 capi di imputazione. La seconda ondata di ordini di cattura è arrivata l’8 maggio, con il coinvolgimento perfino di esponenti della vecchia Tangentopoli, che è del 1992. Le persone arrestate sono una ventina, con decine di indagati. Alla fine su Expo è entrato in scena il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, in cui è confluita l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici.
Ma al netto di inchieste e polemiche, Expo2015 rimane una delle grandi occasioni per il rilancio del Paese,una formidabile vetrina del “Food in Italy” – asset strategico per lo sviluppo del Paese – che coinvolgerà venti milioni di visitatori e che ha già riacceso i motori dell’economia locale e nazionale: sono almeno 15 mila i lavoratori coinvolti, che si uniranno ai 18 mila volontari previsti. La Confcommercio ha calcolato un impatto di 24,7 miliardi sul nostro Prodotto interno lordo. L’Esposizione universale di Milano avrà un ruolo cruciale per la Cooperazione e il Terzo settore, in un mondo in cui una persona su otto è denutrita e un terzo del cibo va sprecato. L’Africa è la scommessa dei prossimi anni. A tutto questo bisognerà guardare, passando in secondo piano il fatto che buona parte delle infrastrutture promesse non si sono realizzate in tempo e altre addirittura non si faranno mai. Ci restano i 17 mila eventi programmati a Milano e nel resto della Lombardia durante i sei mesi dell’Esposizione. Non è poco.