Monica Graziana Contrafatto, 40 anni, riceve la medaglia d'oro dalle mani dell'allora ministro della Difesa Roberta Pinotti.
A Tokyo ha vinto la medaglia di bronzo, l'ennesimo traguardo sportivo, ma ne aveva già vinta una d’oro, forse più importante, quella al valor militare. Monica Graziana Contrafatto, 40 anni, gelese, una delle tre protagoniste della storica tripletta alle Paralimpiadi di Tokyo è stata infatti la prima donna soldato ad essere stata decorata, il 4 maggio 2015. Quel giorno ricevette l’onorificenza al valore dell’esercito dalle mani del ministro della Difesa Pinotti per il comportamento tenuto durante un attacco alla missione italiana in Afghanistan condotto con colpi di mortaio contro la FOB (Forward Operative Base) "Ice" nel distretto del Gulistan, nella provincia di Farah, l’area di Sud Est controllata dagli italiani (in quei frangenti vi fu anche una vittima, il sergente del genio guastatori Michele Silvestri e altri quattro feriti). Il caporal maggiore dei Bersaglieri per le ferite riportate perse una gamba. Da allora non si è mai fermata.
Fu proprio grazie a lei che le perdite furono contenute. Monica dimostrò un coraggio da leonessa. Le motivazioni dell’onorificenza recitano: «Per l'altruismo e lo spirito di sacrificio con cui nel marzo 2012 ha condotto le operazioni dei propri commilitoni durante un attacco alla base italiana in Afghanistan: pur rimanendo gravemente ferita al punto da compromettere la sua integrità fisica, con il suo operato ha permesso ai colleghi di mettersi al riparo, salvando loro la vita». Le motivazioni evocano le immagini drammatiche di quei momenti. Dopo la prima bomba di mortaio Monica fece sgomberare la tenda in cui era alloggiata, «indicando ai propri commilitoni di recarsi nei bunker e salvando loro, di fatto, la vita. Mentre si portava al proprio mezzo per attuare le azioni di contrasto, rimaneva gravemente ferita dall'esplosione di un'ulteriore granata che colpiva la stessa area e, malgrado il lancinante dolore, con spiccato coraggio rifiutava le prime cure e incitava i propri commilitoni alla reazione, prima di accasciarsi stremata». MOnica continuava a gridare, col dolore lancinante alla gamba, perchè voleva mettere in salvo i suoi commilitoni. Non è l’unica onorificenza per Monica. Il 10 aprile 2013 era stata già decorata con la Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero. Una leonessa, l'abbiamo già detto.
Questa siciliana ostinata, tutta d'un pezzo, coraggiosa e altruista, ha sempre saputo reagire alle avversità della vita. È divenuta un’atleta, anzi una campionessa, perché nel 2016, ai Giochi Paralimpici di Rio, vinse già una medaglia di bronzo nella disciplina che aveva abbracciato, i 100 metri piani categoria T42, con il tempo di 16 secondi e 30 millesimi. E nel 2018, a Sidney, ha vinto l’oro, sempre nei 100 piani. La bersagliera ha continuato a correre, a volare sulle ali del vento. Fino a Tokyo, dove ha pronunciato a caldo parole bellissime sulla sua disgrazia. "Io voglio dedicare la mia medaglia a quell'altro Paese che mi ha tolto qualcosa ma in realtà mi ha dato tanto, l'Afghanistan", ha detto subito dopo la conquista del bronzo. Anche in queste sue parole si leggono il coraggio e la maturità di questa giovane bersagliera che ha saputo affrontare le avversità con coraggio e resilienza, un modello per le giovani generazioni.