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giovedì 17 aprile 2025
 
il convegno
 

La mistica cristiana da Edith Stein a Chiara Lubich

22/10/2022  Ad Assisi, un convegno internazionale, con numerosi ed esperti relatori, ha approfondito dal punto di vista storico e teologico alcune eminenti figure di santi: «Queste riflessioni illuminino non solo la mente ma inteneriscano anche il cuore», ha detto il vescovo Domenico Sorrentino

Federica Montanari

Si è svolto il 7 e 8 ottobre scorso ad Assisi il congresso internazionale sull’evoluzione del concetto di mistica cristiana. I lavori si sono aperti con le parole di santa Teresa d’Avila “O Spirito Santo, sei Tu che unisci la mia anima a Dio: muovila con ardenti desideri e accendila con il tuo amore” e con il saluto dell’Arcivescovo di Assisi Mons Domenico Sorrentino, saluto che egli stesso ha definito “mistico e inabitato dallo Spirito Santo” e che si è concluso con l’esclamazione - “Queste riflessioni illuminino non solo la mente ma inteneriscano anche il cuore”.

Ecco come i presenti sono stati preparati interiormente all’ascolto degli interventi che seguivano, tanto da potersi immergere passo dopo passo in una sorta di “viaggio dello spirito” attraverso i secoli. Si è rivelata un’esperienza tangibile del “fuoco mistico” di ciò che ogni relatore ha portato in questa due giorni di Assisi, preparata con un minuzioso e prezioso lavoro organizzativo dal prof Luigi Borriello ocd e dalla prof.ssa Maria Rosaria Del Genio, anch’essa anima del convegno. Le due giornate sono state moderate da fra Giulio Cesareo ofmconv, Direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di Assisi, e dal prof Ernesto Preziosi, Direttore dei rapporti con le Istituzioni culturali e territoriali per l’Università Cattolica e l’Istituto Toniolo.

Il prof Luigi Borriello, precedentemente Promotore della Fede presso il Dicastero delle Cause dei Santi e docente di Teologia spirituale presso la Pontificia Università San Tommaso “Angeicum” e la Pontificia Università Teresianum, è attualmente docente ordinario emerito di Teologia spirituale e mistica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale Sezione San Luigi di Napoli.

Ha aperto il Convegno con un intervento dal titolo “Identità della vita mistica: approccio storico teologico” donando ai partecipanti una visione globale dell’identità della vita mistica, per giungere poi ad affermare che non si debba parlare di mistica tout court ma di vita mistica identificata con la vita divina. Si tratta quindi della vita di Dio impressa nell’uomo al momento della creazione con l’insufflazione nelle sue narici dell’alito divino. Considerato che il fine ultimo dell’uomo e della storia della Salvezza è la visione beatifica di Dio e la comunione mistica d'amore con le Tre Divine Persone della Santissima Trinità, è stato mostrato come l’unione con Dio sia possibile per ogni essere umano. Infatti tutti gli uomini sono chiamati a questa pienezza di vita anche se solo alcuni sviluppano la consapevolezza che la vera realizzazione di sé sta nell'unione intima con Dio. Coloro che vivono questa esperienza sperimentano che Dio si dona loro nello Spirito, nella misura in cui si aprono al dono di Dio. Sono seguiti i diversi interventi attraverso i quali è emersa una panoramica dell’evoluzione del concetto di mistica lungo i secoli. Il prof. Roberto Ferrari osb, monaco benedettino licenziato in Teologia spirituale, ha parlato della Mistica dagli inizi sino al V secolo (476).

Il prof. Raffaele Di Muro ofmconv, preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum di Roma, ha affrontato la Mistica dell’Alto e Basso Medioevo (476-1492). Il prof. Giovanni Grosso ocarm, docente di Storia della Chiesa e Teologia della vita consacrata presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, Storia della vita consacrata presso lo “Studium” della CIVCSVA, ha trattato la Mistica dell’Epoca moderna.

La prof.ssa Anna Maria Rossi, ricercatrice presso il Centro Chiara Lubich e coordinatrice del gruppo di ricerca e studio per la Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà, ha delineato la Mistica della prima metà del ‘900 ed il prof. Alfonso Amarante, Preside dell'Accademia Alfonsiana e segretario della CRUIPRO (Conferenza Rettori Università e Istituzioni Pontificie Romane) e Consultore presso la Congregazione dei Santi, ha approfondito gli aspetti della Mistica dell’Età contemporanea. Tutti lo hanno fatto affrontando i momenti e le figure salienti di ogni specifico periodo storico.

Da sottolineare in particolare i passi che dalla mistica trinitaria di santa Angela da Foligno (1248-1309) che narra una esperienza assisana di irruzione della Trinità in lei, conducono a Caterina da Siena (1347-1380), mistica della concretezza, e poi a Giuliana di Norwich († 1442) che parla della maternità mistica di Cristo dalla quale è poi possibile giungere alla maternità mistica di ogni essere umano che in Cristo partecipa della vita divina. Va ricordata anche Maria Maddalena de’ Pazzi (+1607) caratterizzata dalla notte oscura e da tentazioni feroci che giungono fino al pensiero del suicidio e che convivono con un amore pazzo per Cristo che la porta a suonare le campane e gridare che l’Amore non è amato.

Nello stesso periodo si incontra anche fra Giovanni di san Sansone definito “il Giovanni della Croce carmelitano dell’antica osservanza”. Una figura interessante è anche la controversa benedettina Serafina Brunelli (1659-1729): rinchiusa dai parenti in un monastero perché desiderava sposare un personaggio non gradito alla sua famiglia; si converte e poi riceve dei doni carismatici profetici riguardo la politica del suo tempo mostrando come la mistica non sia un camminare a mezzo metro da terra ma un avere i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto verso il cielo.

n particolare cenno va fatto in relazione alle figure di Chiara Lubich (1920-2008) e di Itala Mela (1904-1957) che portano la mistica ad una dimensione quotidiana e mostrano come l’alta contemplazione vada declinata nel contesto pastorale. La prima in un suo scritto (L’attrattiva del tempo moderno, 1958 Città Nuova) parla del «[…] penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo […] perdersi nella folla per informarla del Divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla dei ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie».

La seconda sembra spingersi a descrivere come sia possibile penetrare nella più alta contemplazione. Illustra come l'ardore del cuore dell’essere umano sia il frutto dell'Amore di Dio e come sia necessario lasciarsi amare, fidarsi di Dio e affidarsi totalmente al Suo Abbraccio, nella consapevolezza crescente che il Signore ci fa Suoi e accende un Fuoco che fa ardere il nostro cuore di un Amore che non è nostro ma si fa nostro. È la consegna totale che ci apre al Fuoco. Itala Mela infatti scrive: «La conditio sine qua non per essere ammessi e per rimanere in sinu Trinitatis è l’oblio perfetto di ogni interesse personale per la gloria del Signore. Con Gesù l’anima è nella Trinità, ogni memoria di sé, dei propri desideri umani sarebbe una dissonanza inammissibile nell’armonia della vita divina».

Risulta evidente come questa partecipazione profonda del soggetto mistico alla vita divina si apra all’umanità intera. Sembra possibile affermare che come in Cristo la Trinità si apre all’essere umano inserendolo nella dinamica del dono intra-trinitario, così l’essere umano partecipe della vita divina, cioè il mistico, si apra all’umanità tutta informandola del divino. Molto importanti in questo percorso storico-teologico sono anche le figure di Edith Stein (1891-1942) e Gerda Walter (1897-1977). Emerge, grazie al loro contributo, che esiste una presenza avvertita dai mistici come altra da sé ma al contempo collegata all’io della persona. Esse colgono come l’esperienza mistica sia connessa con il soggetto e possa essere intesa come un “fare spazio” a qualcosa che arricchisce la persona umana, ad un “Tu” che si pone in dialogo con l’io dell’essere umano. Questo porta a concepire l’unione mistica solo in una visione olistica della persona e l’esperienza mistica come un qualcosa di tangibile riscontrabile nella trasformazione del soggetto che la vive. La parte finale di questo percorso ha visto l’intervento di relatori che hanno approfondito tematiche più specifiche.

Mons Ignazio Sanna, teologo e Arcivescovo emerito di Oristano, ha parlato della vita divina trattando La mistica di K. Rahner e ricordando che proprio questo autore ha coniato l’espressione “la mistica del quotidiano” giungendo ad affermare che il cristianesimo del futuro o sarà mistico o non sarà.

Il prof Mario Imperatori sj, Vice Preside PFTIM e Decano presso la Sezione san Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, ha trattato La mistica secondo H. U. von Balthasar approfondendo il rapporto di “amicizia mistica” fra questo teologo e Adrienne von Speyr, e mostrando come la vita divina in noi possa manifestarsi come “frutto di una comunione di esperienze”. Il vissuto mistico narrato da Adrienne viene infatti tradotto, fondato e sistematizzato in termini teologici da Hans Urs.

Angela Ales Bello, filosofa italiana fondatrice e direttrice del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche con sede a Roma associato all’Istituto mondiale di fenomenologia “World Phenomenology Institute”, è una delle più importanti specialiste di Edith Stein di cui sta curando l’edizione integrale delle opere in italiano per Città Nuova Editrice. Nel suo intervento dal titolo Dove va la mistica oggi, ha sottolineato che la modernità e la postmodernità hanno portato la persona umana all’interiorità e all’intersoggettività. Già sant’Agostino ne aveva parlato ed anche nel mondo contemporaneo è possibile riscontrare la tensione esistente tra individualità e collettività tanto da ricordare ad ogni essere umano che nessuno si salva da solo. Queste sollecitazioni, unite alle relazioni di Francesco Neri ofmcap (Consigliere Generale del suo ordine), che ha parlato delle Tracce di mistica in Fratelli tutti, e del prof Massimo Naro (Attraverso numerosi incarichi di docenza si occupa di tematiche connesse al rapporto fra la teologia e la spiritualità cristiana, la letteratura, l’arte, le religioni, la politica e le politiche sociali) che è intervenuto sulla Mistica quale mezzo di evangelizzazione, hanno introdotto alcune riflessioni sulla pastorale secondo lo Spirito. Il primo ha condotto i partecipanti in un viaggio fra gli ingredienti dell’anima e i pericoli da fuggire per vivere l’amicizia sociale in un “farsi carico dell’altro come fratello amato anche nelle sue fragilità”. Il secondo, invece, con un sapiente intreccio fra Parola di Dio, vissuto mistico e supporto teologico ci ha accompagnati in una riflessione intensa toccando corde profonde dell’anima.

L’ultimo intervento ad opera dei coniugi proff Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese (la prima saggista, sociologa e filosofa italiana e il secondo saggista e accademico) dal titolo Laicità e mistica. Culture del Novecento che incontrano la mistica, ha mostrato come una mistica di coppia sia realizzabile dentro questa vita frenetica in cui viviamo e in quale modo sia possibile inserirla nella ferialità. Giunti alla fase conclusiva Mons Domenico Sorrentino, in qualità di teologo, ha chiarito le caratteristiche che portano ad affermare che un’esperienza è un “vissuto mistico”. Ha sottolineato che la mistica è caratterizzata dal tocco dello Spirito Santo introducendo il concetto di teopatia cioè della sottomissione dell’essere umano all’azione di Dio che viene con esuberanza in chi lo accoglie. Per cui risulta importante che la parola mistica si specializzi secondo questa intensità e questa teopatia. La persona umana ha bisogno di comprendere, fin al punto in cui sia possibile, l’opera di Dio in lei. Si è trattato di un lavoro scientifico minuzioso, variegato, preziosissimo per i contenuti trasmessi con un particolare strumento, quel desiderio profondo di donare all’altro il Tesoro nascosto ma trovato, che lasciava trapelare un cuore bramoso di consegnare all’interlocutore non un sapere ma molto di più, un sapore divino, la possibilità di vivere un “Incontro con il Dio vivo”, cioè la Sapienza. Ciò che ha caratterizzato questi due giorni di approfondimento, nell’ambito del concetto di mistica attraverso i secoli, è stata l’atmosfera di profonda comunione. È la Caritas che ha permesso di veicolare i contenuti toccando mente e cuore lasciando assaporare profondamente ciò che ci veniva consegnato. È stato acceso il “desiderio di Dio” in noi e la speranza di poterlo testimoniare all’intera umanità.

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