La rabbia nasce molte volte dalla delusione: ci aspettavamo qualcosa di diverso, avremmo voluto più attenzione, i nostri programmi sono saltati. La delusione è un altro dei modi in cui si esprime quella radice della rabbia che abbiamo cominciato a conoscere nel precedente articolo: il nostro bisogno non ha trovato una risposta adeguata. Un testo del Vangelo sembra descrivere proprio questa dinamica: sicuramente ci ricordiamo dell’episodio dei discepoli di Emmaus raccontato da Luca.
I due discepoli, dice il testo, speravano che fosse Gesù il Cristo, ma le cose sono andate diversamente, sono rimasti delusi. E per questo motivo stanno andando via, si stanno allontanando. Per la strada discutono tra loro, ma in un modo concitato: il testo di Luca sembra dire che si gettano addosso delle parole senza trovare una via d’uscita, proprio come quando si litiga in preda alla rabbia. Sono così arrabbiati che non vedono neanche il Signore che cammina loro accanto: la rabbia ci rende ciechi. E proprio perché non vedono bene quello che sta avvenendo, diventano tristi. La tristezza è una conseguenza della rabbia.
Ma i due discepoli sono ciechi anche in un altro senso: proprio perché delusi, stanno fuggendo senza sapere bene neppure dove stanno andando. Quando siamo arrabbiati, l’unica cosa che ci preme è allontanarci, anche se non abbiamo alcuna chiarezza su cosa fare. I due discepoli stanno andando a Emmaus, dice il testo, ma alcuni studiosi notano che al tempo di Gesù non c’era un villaggio con quel nome (che invece è citato nel primo libro dei Maccabei), come se camminassero senza una meta. Il modo in cui Gesù si avvicina ai due discepoli di Emmaus, ci fa anche intravvedere un modo per affrontare la rabbia: Gesù cerca di aprire loro gli occhi, li aiuta a rileggere quello che hanno vissuto, presenta loro una diversa prospettiva dei fatti. Rileggere e raccontare quello che abbiamo vissuto è allora un primo modo per affrontare le nostra rabbia. Del resto anche molti salmi, soprattutto i cosiddetti salmi imprecatori, sono preghiere in cui l’orante mette davanti a Dio la sua rabbia. Quei salmi potrebbero essere chiamati salmi di purificazione delle nostre emozioni distruttive. Ciò che a prima vista sembrava solo allontanarci da Dio, può diventare un luogo per ritornare a Lui.