Agbogbloshie, Ghana
Lungo le sponde della laguna Korle
si levano alte colonne di fumo nero. Bernard, 14 anni appena, spinge
la carcassa di un vecchio copertone su un piccolo falò: deve
sciogliere la plastica che ricopre un grosso fascio di cavi
elettrici, ma il calore non è sufficiente.
In pochi secondi, le
fiamme divampano con violenza e il fumo investe in pieno il ragazzo.
Non ha nemmeno un fazzoletto sul volto per proteggersi, ma Bernard
sembra non curarsene.
La sua attenzione è tutta per quel chilo di
rame bruciacchiato che andrà a rivendere a un grossista per
l'equivalente di pochi dollari.
Centinaia di
ragazzi, come Bernard, vivono e lavorano nella grande discarica di
Agbogbloshie a pochi chilometri dal centro
di Accra, capitale del Ghana. Un vero e proprio inferno dove
l'orizzonte è punteggiato da cumuli di vecchi frigoriferi,
lavatrici, televisori e schermi tv. Rifiuti tecnologici che vengono
pazientemente smantellati
per estrarre rame, acciaio, ferro,
alluminio e tutto ciò che può avere un qualche valore. Tutto il
resto (plastica e vetro) viene abbandonato o bruciato.
Rifiuti tossici
I rifiuti
elettrici ed elettronici (Raee) però dovrebbero essere maneggiati
con estrema cautela. I vecchi televisori a tubo catodico, ad esempio,
contengono mercurio: se si rompe il vetro (per estrarre il rame)
senza le dovute precauzioni gli inquinanti si disperdono nel terreno.
Lo stesso vale per gli oli esausti e il CFC (un gas refrigerante e
lesivo per l'ozono) che veniva utilizzato nei vecchi frigoriferi. E
ancora le plastiche che avvolgono i cavi elettrici: sono realizzati
con plastiche fiamma-ritardanti che, se bruciati, rilasciano diossina
e furani.
Ma ad Agbogbloshie nessuno
indossa dispositivi di protezione, né si cura degli impatti negativi
sull'ambiente.
Salute compromessa
Bernard parla a voce bassa, resa
roca dal fumo. Mostra le palme delle mani bruciate e una brutta
cicatrice sull'addome: “Un vetro è esploso all'improvviso”,
spiega.
Ma le conseguenze più gravi per la sua salute sono quelle
invisibili a occhio nudo: inappetenza, mal di testa, nausea e vomito.
Per non parlare dei metalli pesanti e delle altre sostanze inquinanti
che hanno contaminato terra, acqua e aria entrando così nella catena
alimentare di migliaia di persone che rischiano di sviluppare tumori
e altre gravi patologie.
Un recente studio condotto dal “Water
research institute” ha rivelato tassi preoccupanti di inquinanti
chimici nel latte materno di tante donne di Accra.
Export illegale
In barba a tutte le
leggi internazionali (in primis, la convenzione di Basilea del 1992)
Europa e Nord Amerca esportano illegalmente grandi quantitativi di
rifiuti elettrici ed elettronici verso il Ghana e altri Paesi (come
India, Pakistan e Nigeria).
Il Ghana, come tanti
altri Paesi in via di sviluppo, ha una crescente fame di tecnologie.
Mancano però le risorse economiche per acquistare prodotti nuovi,
così tante famiglie puntano sull'usato: viaggiando per le strade di
Accra è facile imbattersi in piccoli negozi ai margini della
carreggiata dove si vendono vecchi frigoriferi, forni, televisori e
cellulari di seconda mano.
Ed
è proprio all'interno di questo flusso si nasconde l'imbroglio. Il
70% delle 215 mila tonnellate di elettrodomestici in
Agbogbloshie portati
nel 2009 era composto da prodotti usati. Ma all'interno di questa
quota, un elettrodomestico su tre (il 30% circa) era già destinato a
finire in discarica.