Non è mai facile essere figli d’arte, in nessun campo. Si vive proprio malgrado nel cono d’ombra del confronto, con un genitore ingombrante per il solo fatto di esistere. Nello sport è anche più difficile: significa fare i conti con la pressione esterna ancora prima di sbocciare. Per il solo fatto di portare un nome o un patrimonio genetico che da soli nulla garantiscono. Se il genitore è famoso non si scappa, senza che il genitore possa farci qualcosa.
Per Larissa Iapichino tutto questo è stato anche amplificato, complice la coincidenza di una merendina che la vedeva protagonista bambina accanto alla mamma allora famosissima. La fama ha preceduto il suo saltare, Larissa ha conquistato copertine, non appena ha iniziato a saltare in lungo, la specialità della mamma, ha fatto notizia prima ancora di scendere in pedana.
Non si poteva non raccontare Larissa Iapichino, da subito, da quando ha iniziato a saltare in lungo, la specialità della mamma, perché «era una bella storia», perché così vuole la legge dell’informazione. Ma tutto questo ha un prezzo.
Lo ha certo avuto per di Larissa costretta a inseguire, proprio malgrado e contro ogni naturale gradualità, quello che per l’immaginario collettivo doveva essere: una predestinata. Per sua fortuna Larissa aveva un talento cristallino e ha dimostrato presto di portercela fare, anche a portarsi sulle spalle il peso di un confronto impegnativo, che né lei né i suoi genitori hanno scelto, ma che semplicemente esisteva per le circostanze a prescindere da tutto e da tutti loro, malgrado tutti gli sforzi che ci sono stati di proteggerla.
Non poteva scappare dal suo nome, Larissa, era per tutti la figlia della lunghista Fiona May.. C’è il rischio in questi casi che quel che si fa non basti mai, che la pressione esterna sottolineando ogni tappa di avvicinamento, non dia e non si dia pace finché il figlio non raggiunge e non supera il genitore.
Larissa aveva già vinto medaglie importanti, ma era come se il mondo le chiedesse solo l’oro che ancora le mancava e che ha rischiato di gravare su di lei come la macina da mulino. Non è scontato che un figlio d’arte raggiunga e superi il genitore, anzi. E neppure ne ha il dovere: chissà quante volte Larissa per colpa di tutto questo ha saltato con i sassi in tasca.
Non basta il talento, serve una mente forte per reggere un simile il peso. Larissa Iapichino ha dimostrato di averla. Vincendo l’oro europeo indoor 2025 ha raggiunto quello che il mondo le chiedeva. E si è tolta i sassi dalle tasche.
Dall'8 marzo 2025 Larissa non è più la figlia Gianni Iapichino e Fiona May, ma sono loro i genitori della campionessa europea di salto in lungo, e non è come sembra, un modo di dire la stessa cosa.
Larissa con questo rito di passaggio in Eurovisione è diventata grande. E di qui in poi potrà gareggiare essendo soltanto sé stessa. E sarà finalmente un’altra storia. La sua. Soltanto la sua. A 22 anni tutta da scrivere, con la vita davanti.