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“Oggi si pensa subito ad avere. Tanti vivono col solo scopo di possedere quel che piace. Ma non sono mai soddisfatti, perché quando hai una cosa ne vuoi un’altra e poi un’altra ancora e avanti così, senza fine. Non c’è la sazietà dell’avere. L’avere di più provoca più fame, più voglia di avere, senza trovare quello che fa bene al cuore”. Sono alcune delle parole pronunciate ieri da Papa Francesco davanti ai 5000 Scout di Euromoot: la traccia di un modello negativo cui contrapporre l’alternativa evangelica del “dare”.
Cinque righe che sembrano fatte apposta per ritrarre la realtà dei giovani arrestati ieri per la strage, avvenuta l’8 dicembre, nella discoteca di Corinaldo.
Hanno tra i 19 e i 22 anni, ma tra loro c’è anche un uomo di 65, ritenuto il ricettatore, titolare di un “compro oro” in cui finiva la refurtiva delle rapine, compiute dai sei sette. Ne avevano individuati sette, gli inquirenti, ma il settimo ha perso la vita nel frattempo in un incidente stradale.
A dare la svolta alle indagini una traccia di dna trovata sulla bomboletta di spray urticante ritrovata all’interno del locale, l’errore che ha incastrato gli arrestati, consentendo di risalire all’identità di uno di loro. Il resto lo hanno fatto i cellulari agganciati alle celle telefoniche corrispondenti al locale nella notte della strage e l’incrocio con le informazioni rimaste alle forze dell’ordine dal precedente fermo di due degli accusati per un’altra rapina con modalità simili.
Man mano che si indagava si è composto il puzzle di una banda di giovani rapinatori seriali, che avevano trasformato in un lavoro lo scippo di bracciali e catenine nei locali della movida del Nord, più erano affollati meglio era, lo spray urticante era lo stratagemma per creare confusione scappare. Due di loro erano già stati arrestati in Francia per una rapina simile a Eurodisney.
Non era difficile mischiarsi ai ragazzi appassionati di musica trap, stesse passioni, stessa moda, con la differenza, però, di un tenore di vita, per via dei proventi delle rapine spartite in parti eguali, superiore ai lavori normali che alcuni dei rapinatori avevano e usavano come copertura.
Il Gip di Ancona nell’ordinanza li descrive come, "privi di ogni scrupolo morale" e di "elevatissima pericolosità sociale". Si sta indagando su altre possibili decine di colpi.
Dalle intercettazioni emerge un profluvio di turpiloquio in cui “i soldi” e “l’adrenalina” che provocano, “l’avere” appunto, paiono l’unico orizzonte, da raggiungere a ogni costo, tanto da considerare quelle sei vite perdute un danno collaterale. Avevano messo gli occhi anche sulla collana del trapper Sfera Ebbasta e se qualcosa non fosse andato storto magari alla fine avrebbero derubato anche lui. O magari se ne vantavano soltanto.
Sulla notte di Corinaldo si continua a indagare, c’è un altro filone aperto, quello che riguarda la sicurezza del locale, sulle sue vie di fuga, su quello che era nato come magazzino agricolo e poi, chissà come, è diventato una discoteca.





