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Certi ideali non basta ricordarli anche con la dovuta solennità: bisogna viverli. Giorno dopo giorno. Senza compromessi. Lo ha detto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Repubblica, parlando nel tardo pomeriggio di mercoledì primo giugno al termine del concerto svoltosi nel Salone dei Corazzieri del Quirinale. «Quello di quest'anno è un compleanno particolarmente importante», ha esordito il Presidente. «La nostra Repubblica è nata con la vocazione alla pace, all'apertura agli altri Paesi e agli altri popoli, non soltanto al dialogo ma alla collaborazione con essi, all'integrazione dell'Europa, al rispetto e al sostegno nei confronti delle organizzazioni internazionali».
Dopo aver ricordato il nutrito programma degli eventi legati al 2 giugno, Mattarella ha offerto una particolare chiave di lettura. «Si tratta di momenti», ha spiegato, «volti più che a celebrare, a riaffermare i valori e i principi che sono alla base della nostra Repubblica. Il valore della libertà e della uguale dignità di ogni persona e quello della solidarietà che caratterizzano la nostra Repubblica, contrassegnano la nostra Costituzione e sono alla base della nostra democrazia. Sono i valori intorno ai quali si raccoglie unito il nostro Paese. Vi è un'esigenza di ricordare questi valori e questi principi pensando che sono scelte di allora, ben raffigurate - 70 anni fa - dal primo voto espresso dalle donne e che costituiscono tuttora i criteri di comportamento e gli obiettivi da perseguire per il nostro presente e per il nostro futuro nello svolgimento e nel progredire costante della democrazia e della sua vita».
Oggi, ha sottolienato ancora il Capo dello Stato, «vi è bisogno di recuperare interamente il senso del vivere insieme e si tratta di un'attitudine diffusa nel nostro Paese. Questa esigenza di coesione e di collaborazione è molto avvertita anche sul piano mondiale, in una realtà nella quale i continenti sono sempre più interconnessi. Crisi economico-finanziarie, fenomeni di grandi migrazioni, minaccia del terrorismo interpellano tutti i Paesi e la comunità internazionale nel suo complesso e richiedono collaborazione e grande condivisione. Le grandi sfide di oggi si possono affrontare e governare soltanto ricercando e trovando politiche comuni e impegni condivisi, combattendo e sconfiggendo quei nemici dell'umanità che sono l'instabilità, la povertà, la mancanza di istruzione».
Dopo aver ricordato il nutrito programma degli eventi legati al 2 giugno, Mattarella ha offerto una particolare chiave di lettura. «Si tratta di momenti», ha spiegato, «volti più che a celebrare, a riaffermare i valori e i principi che sono alla base della nostra Repubblica. Il valore della libertà e della uguale dignità di ogni persona e quello della solidarietà che caratterizzano la nostra Repubblica, contrassegnano la nostra Costituzione e sono alla base della nostra democrazia. Sono i valori intorno ai quali si raccoglie unito il nostro Paese. Vi è un'esigenza di ricordare questi valori e questi principi pensando che sono scelte di allora, ben raffigurate - 70 anni fa - dal primo voto espresso dalle donne e che costituiscono tuttora i criteri di comportamento e gli obiettivi da perseguire per il nostro presente e per il nostro futuro nello svolgimento e nel progredire costante della democrazia e della sua vita».
Oggi, ha sottolienato ancora il Capo dello Stato, «vi è bisogno di recuperare interamente il senso del vivere insieme e si tratta di un'attitudine diffusa nel nostro Paese. Questa esigenza di coesione e di collaborazione è molto avvertita anche sul piano mondiale, in una realtà nella quale i continenti sono sempre più interconnessi. Crisi economico-finanziarie, fenomeni di grandi migrazioni, minaccia del terrorismo interpellano tutti i Paesi e la comunità internazionale nel suo complesso e richiedono collaborazione e grande condivisione. Le grandi sfide di oggi si possono affrontare e governare soltanto ricercando e trovando politiche comuni e impegni condivisi, combattendo e sconfiggendo quei nemici dell'umanità che sono l'instabilità, la povertà, la mancanza di istruzione».





