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sabato 12 luglio 2025
 
L'analisi
 

Mattarella: "Suicidi e sovraffollamento in carcere, situazione insostenibile"

01/07/2025  La disamina del Presidente della Repubblica sullo stato delle carceri italiane è molto severa e i dati dicono che corrisponde alla realtà. E le parole sulla sicurezza fanno riflettere

È un ritratto disincantato, senza edulcorazioni dello stato del sistema carcerario italiano, quello che il presidente della Repubblica Segio Mattarella ha fatto, ricevendo una delegazione della Polizia penitenziaria. «Ogni giorno», ha detto il Presidente, «cercate di assolvere con sacrificio e con professionalità il vostro impegno. Impegno reso ancor più difficile dalle preoccupanti condizioni del sistema carcerario, contrassegnato da una grave - e ormai insostenibile - condizione di sovraffollamento nonché dalle condizioni strutturali inadeguate di molti Istituti, nei quali sono necessari interventi di manutenzione e di ristrutturazione. Interventi da intraprendere con urgenza, nella consapevolezza che lo spazio non può essere concepito unicamente come luogo di custodia, ma deve includere ambienti destinati alla socialità, all’affettività, alla progettualità del trattamento. Tutto questo richiede un particolare impegno professionale. E vi ringrazio per la dedizione che riversate nel vostro compito».

Parla alla Polizia penitenziaria il Mattarella di «Altre difficoltà», che, dice, «so bene, pesano sulle vostre funzioni, sui vostri compiti. Difficoltà che interpellano anche altre istituzioni. La carenza di organico, che da tempo è condizione critica del sistema penitenziario, e che riguarda il Corpo, e riguarda tutti gli operatori. Penso alla grave insufficienza del numero degli educatori, al difficile accesso alle cure sanitarie dentro gli Istituti, specialmente per i detenuti affetti da problemi di salute mentale».

Sa anche quali sarebbero le soluzioni: «Occorre che gli Istituti di pena siano dotati di nuove e più adeguate professionalità. In caso contrario, anche il vostro compito sarà inevitabilmente appesantito e gravato da un improprio sovraccarico di funzioni che dovrebbero essere affidate ad altri».

Ricorda i valori costituzionali: «I luoghi di detenzione non devono trasformarsi in palestra per nuovi reati; in palestra di addestramento al crimine; né in luoghi senza speranza, ma devono essere effettivamente rivolti al recupero di chi ha sbagliato. Non è solo questione di principio ma anche di lungimiranza: «Ogni detenuto recuperato equivale a un vantaggio di sicurezza per la collettività, oltre a essere l’obiettivo di un impegno notoriamente, dichiaratamente costituzionale". Servono investimenti, in modo da garantire un livello dignitoso di vita e di trattamento dei detenuti e, al contempo, migliori condizioni del lavoro che voi svolgete con scrupolo. Sono investimenti necessari e lungimiranti, perché rivolti – ripeto - a garantire maggior sicurezza ai cittadini».

L’accenno alla sicurezza cade a poche ore dalle polemiche sorte in seguito alla Relazione del Massimario della Cassazione sul cosiddetto Decreto sicurezza e sui dubbi di costituzionalità che solleva. Non sembra casuale in un periodo storico in cui chi governa tende a identificare il tema della sicurezza in prevalenza con la repressione e con l’innalzamento delle pene, con una estensione delle pene detentive. «È particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro».  

«È drammatico», ha sottolineato il Presidente, «il numero di suicidi nelle carceri, che da troppo tempo non dà segni di arresto. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente. «Tutto questo», dice agli agenti il Presidente, «deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del vostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione».

Parole che cadono vicino a giorni di commemorazioni, sempre più tormentate, per via d’Amelio e a un momento in cui nel dibattito pubblico tiene banco l’intenzione di dare alle forze di Polizia uno scudo penale. Meglio agire a monte, sembra dire tra le righe, Mattarella, prevenendo le situazioni di pericolo e di tensione, che dopo quando il danno è fatto. I dati aggiornati confermano la situazione descritta dal Presidente.

Stando all’ultimo Rapporto di Antigone «L’Italia si colloca invece ben al di sopra della media europea per quanto riguarda i suicidi in carcere. Secondo l’ultimo dato del Consiglio d’Europa, nel 2022 il tasso di suicidi nelle carceri italiane era più del doppio della media europea: 15 casi ogni 10.000 persone detenute, a fronte di una media di 7,2 casi». A fronte di una media di suicidi inferiore alla media Ue tra le persone libere.

Mentre in tema di affollamento i dati aggiornati al 30 giugno 2025 parlano di un tasso del 134,27%, con 62.727 detenuti, su 51.276 posti regolamentari, di cui disponibili: 46.717. Solo nei giorni scorsi, con il caldo, emergevano in cronaca situazioni intollerabili: celle roventi, senz’acqua. Mentre fa discutere non poco nel Decreto sicurezza la criminalizzazione della anche della protesta passiva non violenta negli istituti di pena. Una realtà quella del sovraffolamento che ha anche un costo non soltanto sociale se è vero che l’Italia, per il suo sistema carcerario non all’altezza di quanto previsto norme sovranazionali, è incappata più volte in sanzioni da parte dell’Europa.

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