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giovedì 13 novembre 2025
 
lutto nella chiesa
 

Addio a monsignor Nosiglia: «Fu uomo di ascolto e di dialogo, nella sua Torino e in Italia»

27/08/2025  Alberto Chiara, giornalista e scrittore, già capo redattore di Famiglia Cristiana, lo ricorda a poche ore dalla sua scomparsa. Dolore anche nelle parole dell'arcivescovo di Torino, Roberto Repole «indimenticabile il suo stile di servizio alla città: instancabile. Non si fermava mai»

«Tra i tanti ricordi che s'intrecciano in questo momento, uno in particolar modo mi sembra consegnare la corretta immagine della dimensione nazionale di monsignor Cesare Nosiglia». Quando raggiungiamo Alberto Chiara, giornalista e scrittore già capo redattore di Famiglia Cristiana nella “sua- loro” Torino, al poche ore dalla scomparsa dell'Arcivescovo emerito che tante volte ha avuto la grazia di incontrare, è commosso; il pensiero corre a un momento decisivo del suo magistero. «Autunno 2015, alla vigilia del quinto convegno ecclesiale della Chiesa italiana sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo che si sarebbe svolto dal 9 al 13 novembre di quell'anno, a Firenze, l'arcivescovo di Torino nel corso di una lunga udienza, ragionò sui modi per dire Dio oggi, in una società sempre più frammentata, scristianizzata, egoista e insensibile come quella italiana, e mi manifestò il suo assillante desiderio di offrire a tutti, senza esclusione, il senso ultimo del nascere, del vivere, del soffrire, del morire che per lui, per noi, deriva dalla fede e dalla Scrittura. Nosiglia era il presidente del comitato preparatorio del convegno di Firenze; tenne un'articolata relazione in quell'assemblea. Rammento come le sue analisi “sull'uscire", “sull'annunciare", “sull'abitare", “sull'educare", “sul trasfigurare" fossero figlie (anche) di quel mio incontro e di tante altre occasioni di confronto che aveva cercato e vissuto. Insomma, dimostrò d'essere uomo di ascolto e di dialogo. Come sappiamo, Firenze fu uno dei punti di svolta del cammino della Chiesa cattolica in Italia».

Una foto recente di monsignor Nosiglia
Una foto recente di monsignor Nosiglia

Le Diocesi di Torino e di Susa in lutto

Monsignor Cesare Nosiglia fu Arcivescovo di Torino dal 2010 al 2022 e Amministratore Apostolico di Susa dal 2019 al 2022. La morte è avvenuta questa notte (27 agosto) alle 2.15 presso l’Hospice Cottolengo di Chieri, dove Nosiglia era stato trasferito pochi giorni fa dall’Ospedale Gradenigo di Torino: era stato colpito da una malattia respiratoria, vissuta nel riserbo per suo forte e determinato desiderio. I funerali saranno celebrati venerdi 29 alle 15.30 dal Cardinale Roberto Repole presso il Duomo di Torino.

 

Nosiglia aveva 80 anni. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata con dolore dal cardinale Roberto Repole, attuale Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa: «ho potuto visitare Nosiglia fino all’ultimo giorno e accompagnarlo nella preghiera. Uno dei primi ricordi che affiorano in queste ore è lo stile del suo servizio alla Chiesa e alla città, uno stile instancabile: non si fermava mai, tanti lo ricordano così. Credo che Torino e Susa conserveranno memoria grata del suo desiderio di stare a fianco dei poveri e dei carcerati, dei migranti, dei lavoratori delle tante aziende in crisi: ha cercato di scuotere le coscienze e di mobilitare la solidarietà, penso che sia stato il suo dono più bello».

 

Commosse parole di cordoglio sono arrivate anche da monsignor Alfonso Badini Confalonieri, vescovo emerito di Susa e predecessore di Nosiglia: «porto nel cuore il ricordo di un pastore buono e innamorato della Chiesa; Susa e la Valle lo ricorderanno con riconoscenza anche per aver posto le basi per l’avvicinamento alla Diocesi di Torino, un cammino di integrazione che è ormai in pieno svolgimento e che prosegue verso l’integrazione delle comunità cristiane».

 

I funerali saranno celebrati dal cardinale Repole venerdi 29 alle 15.30 nel Duomo di Torino; veglia funebre presieduta sempre dal Cardinale giovedi 28 alle 21 presso il Santuario della Consolata dove sarà allestita la camera ardente a partire da oggi alle 15.30.


 

La Conferenza episcopale piemontese

  

«Affida al Signore con riconoscenza monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito di Torino» ha detto Franco Lovignana, presidente CEP «e si unisce alla preghiera di suffragio dell'arcivescovo Roberto Repole, del Presbiterio e di tutta la Chiesa torinese. Monsignor Nosiglia ha guidato la Conferenza regionale dal 2011 al 2022. Lo ricordiamo come uomo di fede, lavoratore instancabile, puntuale e lucido nei suoi interventi. Preghiamo perché il Signore lo accolga presso di Sé e lo ricompensi per il suo lungo servizio apostolico».

La biografia

Monsignor Cesare Nosiglia è nato a Rossiglione (5 ottobre 1944), provincia di Genova e diocesi di Acqui Terme, si formò nei Seminari di Acqui Terme e Rivoli. Prete dal 29 giugno 1968, prosegue gli studi di Teologia e Sacra Scrittura a Roma (Pontificia Università Lateranense e Istituto Biblico). Dal 1971 al 1991 è vicedirettore e poi direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana.

Il 14 settembre 1991, nominato da Giovanni Paolo II, viene consacrato vescovo dal cardinale Camillo Ruini. È ausiliare e poi vicegerente della diocesi di Roma (nominato arcivescovo ad personam nel 1996). In questi anni è impegnato soprattutto nei settori dei giovani, dell’educazione e della scuola cattolica. Nel 2000 è al vertice del Comitato che organizza il grande raduno per il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata. Ma è anche molto attento alle condizioni difficili degli emarginati, in particolare i senza casa e i nomadi.

Nel 2003 viene trasferito alla diocesi di Vicenza, dove continua l’impegno con il mondo giovanile e per la solidarietà. Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Torino, dove entrerà il 21 novembre 2010.

La forte sensibilità ai temi sociali, maturata fin da ragazzo, lo porta a prendere posizioni pubbliche impegnative nelle numerose aree di crisi che caratterizzano le vicende di Torino e del Piemonte negli anni del «lungo addio» della Fiat. A questo «magistero di strada» monsignor Nosiglia accompagna una forte attenzione per i giovani e le realtà del territorio: negli anni del suo episcopato visiterà per due volte tutte le comunità della diocesi, incontrando anche realtà che non fanno parte del «mondo cattolico» in senso stretto.

È sua l’immagine delle «due città»: la Torino dei benestanti e dei garantiti e quella, silenziosa e sempre più numerosa, dei fragili e degli emarginati.

A un particolare mondo di «lontani», sovente guardato con diffidenza e scarsa simpatia, mons. Nosiglia ha invece sempre dedicato molta attenzione, fino a dedicare loro (2012) una Lettera pastorale, «Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio»: sono i nomadi, nelle loro varie etnie, che Nosiglia aveva conosciuto e frequentato fin dagli anni romani.

Altro campo forte di impegno è la Sindone. L’arcivescovo promuove (2013) la prima ostensione dedicata in modo speciale ai malati e alle persone in sofferenza. Negli anni successivi ci saranno altre ostensioni che avranno per protagonisti i giovani, per il loro Giubileo straordinario e poi per l’incontro europeo delle comunità di Taizé, nel tempo travagliato del Covid (nella primavera 2020, Nosiglia promuove un’ostensione straordinaria alla presenza delle autorità civili di Torino e del Piemonte, come momento comune di preghiera nel tempo del contagio).

È però con l’ostensione pubblica e generale del 2015 che la Sindone viene collegata a un’azione pastorale che coinvolge tutti, con la visita di due giorni di papa Francesco a Torino. Bergoglio, dopo il saluto silenzioso alla Sindone in Duomo, si recherà nei luoghi da cui erano partiti per l’Argentina i suoi antenati, e incontrerà i giovani a Valdocco e poi nella grande celebrazione eucaristica in piazza Vittorio.

Giovani, mondo del lavoro, Sindone – e, sempre, grande attenzione ai problemi delle persone: sono le linee di continuità lungo cui si muove il magistero di Nosiglia come del suo successore. Con, ancora, un’attenzione «obbligata» al tema del ripensamento della presenza della Chiesa sul territorio (accorpamenti di parrocchie, riorganizzazione di servizi, richiamo alla corresponsabilità di tutte le componenti della comunità ecclesiale).

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