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venerdì 04 ottobre 2024
 
IL RICORDO
 

Nadia, una vita dedicata al servizio degli altri

25/04/2021  Era in Perù dal 1995, faceva parte, come missionaria laica, del movimento Operazione Mato grosso. Lavorava in una baraccopoli a due ore da Lima. Era stata trovata ferita gravemente in casa forse da colpi di machete il 20 aprile. Oggi la notizia della sua morte.

Aveva 50 anni Nadia De Munari, dal 1995 era impegnata in Perù con il movimento Operazione Mato Grosso, che opera a favore dei più poveri in America Latina. Era una missionaria laica, originaria di Giavenale, quartiere di Schio (Vicenza). Nella notte del 20 aprile aveva subito una feroce aggressione, le colleghe non vedendola arrivare a colazione si sono preoccupate e l'hanno trovata gravemente ferita, colpi di machete probabilmente, forse aggredita mentre dormiva. Era ferita ma viva. La corsa all'ospedale prima locale e poi di Lima e gli interventi, pure se tecnicamente riusciti, non sono bastati a salvarla. Nadia non ce l’ha fatta: il suo cuore si è fermato. Nadia, era maestra, si era formata dalle Canossiane a Schio, la sua città - dove tornava quando veniva in Italia - gestiva scuole primarie e d'infanzia presso la casa Mamma mia, nella baraccopoli a Nuevo Chimbote, sulla costa centro-settentrionale del Perù, dove aiutava alcune ragazze che si dovevano formare come insegnanti di scuola primaria. Ma la baraccopoli è un posto poverissimo e sregolato. Nadia portava anche aiuti nelle case, ma a quel che si sa era molto amata. L'ipotesi prevalente è che si sia trattato di una rapina finita male, ma è un'ipotesi che non convince la famiglia. “La mamma di Nadia – ha riferito don Gaetano Santagiuliano, parroco di Schio all'agenzia AdnKronos – ha detto che la figlia è una martire. Parole che non potrebbero essere più vere perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue”. Il paese vicentino ovviamente “è sotto choc. "Nadia tornava a casa ogni due o tre anni", ha riferito il parroco, ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che svolgeva“.

 
 
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