Possiamo continuare nelle attività di assistenza? Come dobbiamo riorganizzarle, in base alla nuova situazione di emergenza coronavirus? Il mondo del Terzo Settore di Padova, nominata capitale europea del volontariato 2020, chiede con una lettera aperta inviata al Premier Giuseppe Conte maggiore chiarezza rispetto ai Decreti emanati in relazione all’epidemia in corso.
Nella lettera firmata da Emanuele Alecci, Presidente Comitato Padova capitale europea del volontariato, tra l’altro, si legge: “In nessuno dei Decreti emanati si fa riferimento diretto al mondo del volontariato che, a sua volta, sta riscontrando molti problemi nel capire quali decisioni prendere per ridurre al minimo l'impatto delle scelte nel sistema sociale e sanitario già messo alla prova. Nella provincia di Padova sono attive 6.400 organizzazioni no profit e oltre 350.000 sono operative in tutta Italia. Il numero di volontari sfiora il 10% della popolazione, con 5.500.000 persone attive nel volontariato”.
“Le attività in cui queste organizzazioni sono impegnate”, continua la lettera, “vanno dall'assistenza sociale agli anziani, alle attività di dopo-scuola, al sostegno delle persone a rischio di emarginazione sociale, all'animazione sociale, culturale e sportiva. A seguito dei Decreti, già dal 24 febbraio, moltissime realtà hanno sospeso o fortemente limitato le attività”.
E ancora: “Per le associazioni e per i loro volontari è fondamentale poter ricevere indicazioni precise, e non di buon senso, per capire se possono proseguire l'attività e, in caso positivo, come ri-organizzarla sulla base delle esigenze di tutela della salute di tutti. I volontari rientrano tra le persone che possono muoversi per ‘motivi di necessità’? È necessaria una dichiarazione del Presidente dell'associazione? Devono in qualche modo limitare il raggio d'azione, oltre a seguire le indicazioni previste dall'allegato 1 del DPCM? Chiediamo pertanto di poter prevedere tempestivamente una integrazione agli ultimi DPCM o un Decreto dedicato a normare la preziosa opera delle persone impegnate a titolo gratuito e volontario attraverso le migliaia di associazioni e organizzazioni del Terzo Settore attive nel nostro Paese”.
Alecci sottolinea che “ci sono attività di utilità sociale che difficilmente, proprio in questo periodo, possono essere sospese. Tra queste la consegna di generi alimentari o di prima necessità a famiglie in situazione di disagio, l'erogazione di pasti o di vestiario a persone senza dimora, il trasporto sociale per motivi di cura tramite mezzi messi a disposizione delle associazioni, i servizi di emergenza e protezione civile”.
Il Presidente del Comitato di Padova Capitale Europea del Volontariato chiede che su tutto questo arrivi dal Governo una parola di chiarimento.