«Halloween? Non è una festa italiana, è una ricorrenza totalmente artificiale che negli ultimi anni, in diverse zone del paese, ha assunto un carattere quasi esplosivo e coinvolge sempre più bambini e ragazzi», così Enrico Finzi, sociologo dei consumi, presidente di AstraRicerche, “inquadra” la festa di Halloween.
Già dalla metà di ottobre, in effetti, l’estetica (e gli appuntamenti) delle città italiane sono orientate a festeggiare un «fenomeno che non appartiene alla nostra cultura e che, con la sua effervescenza consumistica in qualche modo contrasta con la sobrietà che caratterizza le tradizionali festività dei Santi e dei morti"», aggiunge il sociologo.
Il caso “Halloween” si presta a diverse letture, prosegue Finzi. «C’è il punto di vista dei negozianti, che in questo appuntamento vedono un’occasione significativa per incrementare le entrate, ancor più in un periodo sostanzialmente privo di occasioni di consumo».
La grande offerta commerciale investe gli italiani, più o meno entusiasti. «Anch’io che non sono cattolico, ma mi sento profondamente legato alle tradizioni del mio paese, trovo importante salvaguardare le nostre festività originarie e la visita ai defunti». Nonostante ciò, sottolinea il sociologo, non si può fare finta di nulla: «Bisogna prendere atto che la festa di Halloween si è già radicata. Prenderne atto ovviamente non vuol dire accettarla».
E bisogna fare attenzione all’impatto pedagogico del fenomeno: «Attenzione a non stabilire proibizioni ai bambini e ai ragazzi rispetto alle feste. I piccoli sono molto conformisti, escludere il proprio figlio dal gruppo può essere controproducente, può causare una sofferenza. E’ più importante parlarne in famiglia, spiegare che è una festa estranea alla nostra tradizione e ai nostri valori, senza demonizzare. Dopo aver spiegato, nulla di male a mandarli a una festa con la loro mascherina».
Più rischioso, invece, il crinale di chi sceglie di promuovere in modo acritico o addirittura entusiastico la ricorrenza di Halloween: «Bisogna fare molta attenzione alla componente “streghesca” della festa, attenzione a generare entusiasmo sui valori irrazionalisti e pagani di cui è intrisa. In Italia abbiamo delle splendide feste, che uniscono tutti, perché scopiazzare qualcosa che non ci appartiene?».