«Non è una conclusione, ma una partenza». Si chiudono i giorni di Cagliari e padre Francesco Occhetta, scrittore della Civiltà Cattolica e memebro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali ricorda che «qui si è cercato di mettere del lievito a sservizio di tutto il Paese».
E ora da dove si riparte?
«Dalle persone e dai territori. I semi di questa esperienza comunitaria vanno posti nei territori per farli diventare cultura e lavoro. Con un però: come Chiesa in Italia occorre rimanere uniti per essere "lievito sociale" in dialogo con la politica e le aziende. Si è aperta una nuova stagione dal basso in cui ciascuno può portare il proprio mattone per la costruzione di una grande casa del lavoro comune. Perché al centro della preoccupazione della Chiesa c'è il lavoro degno per tutti».
Come supportare questo lavoro?
«Anzitutto con l'analisi del contesto, cosa serve nel territorio. Individuare cosa nasce di nuovo. Sostenerlo e metterlo in rete con altre esperienze. Poi molto formazione, non solo nella scuola ma anche per gli operatori ecclesiali. L'overdose dei principi devono trovare coerenza con proposte concrete. Infine continuare a costruire un lavoro che parta dai territori e abbiamo come scopo la costruzione dell'Europa. Il ministro Poletti ce lo ha ricordato con una battuta: "come vi ho ascoltato io, andate anche voi da tutti i vostri sindaci per fare partire nuovi processi"».