Amato e invocato. Da tutti. Ovunque, nel mondo. Padre Pio morì nella notte fra il 22 e il 23 settembre del 1968. La sera del 22 era agitato. Chiamava in continuazione padre Pellegrino, il confratello che lo accudiva. “Uagliò, a ditte a Mess?”, gli chiede ad un certo punto. “Padre spirituale, è troppo presto adesso per la Messa”, gli risponde il frate. E Padre Pio: “Be’, stamattina la dirai per me”. Chiede quindi di confessarsi, rinnova l’atto della professione religiosa, è stanco, comincia a sudare, gli viene amministrato il sacramento degli infermi e alle due e trenta della notte “dolcemente”, china “la testa sul petto” e muore. Con lui i frati del Convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo, alcuni parenti, il suo medico. Con loro – racconta Stefano Campanella in un profilo biografico appena pubblicato per le Edizioni Padre Pio da Pietrelcina “Il cammino di un Santo. Nuovo profilo biografico aggiornato” - ad assistere alla triste scena c’è una donna non più giovane. “Non è fisicamente nella cella né nella veranda”. Si trova nella pensione di fronte al convento, ma vede tutto ciò che avviene e sveglia la sua amica e compagna di stanza Margherita Hamilton comunicandogli la notizia della morte di Padre Pio. Poi scende sul sagrato. “Qualche giorno dopo, Giovanna Rizzani, suor Iacopa da terziaria, racconta la sua visione a padre Alberto D’Apolito, testimone del decesso, lasciandolo esterrefatto”.
Il testo di Campanella, un vero e proprio profilo biografico completo e molto scorrevole, contiene anche alcune notizie inedite sulla vita del frate di Pietrelcina. Uno di questi riguarda Giovanni Paolo II, il Papa che lo ha voluto prima beato, nel 1999 e poi santo, nel 2002.
Si tratta di una quarta visita di Karol Wojtyla a San Giovanni Rotondo avvenuta nel 1965, la “seconda con padre Pio vivente”, dice Campanella che è anche il direttore di Tele Radio Padre Pio. Wojtyla, da giovane sacerdote si è confessato da Padre Pio all’inizio di aprile del 1948. E’ il vescovo che all’inizio degli anni Sessanta è ricorso più volte all’intercessione del frate con le stimmate ottenendo la guarigione di alcuni conoscenti e che “all’inizio di ottobre del 1965 è tornato sul Gargano per ringraziarlo”. La visita avvenne il 2 o il 3 ottobre: “in quei giorni il presule polacco era ospite del vescovo di Troia, monsignor Antonio Pirotto” che aveva conosciuto durante il Concilio Vaticano II. Un'altra visita dell’allora cardinale polacco, avvenne quattro anni prima della sua elezione a Pontefice, nel 1974.
Ricordiamo che papa Wojtyla è stato il primo Pontefice a inginocchiarsi sulla tomba di una persona non ancora beatificata. Quella di Padre Pio il 23 maggio 1987 nella chiesa del convento di San Giovanni Rotondo. Anche Benedetto XVI ha visitato poi la cittadina del Gargano il 21 giugno 2009 e papa Francesco il 17 marzo dello scorso anno, dopo aver fatto tappa a Pietrelcina. Il papa argentino ha anche voluto, nel 2016, che le spoglie del Santo cappuccino, per la prima volta, lasciassero San Giovanni Rotondo per raggiungere Roma e la basilica di San Pietro dove sono arrivate per l’inizio della Quaresima dell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia da lui indetto.
Dal volume di Campanella emerge anche, per la prima volta, che l’autore del progetto di casa Sollievo della Sofferenza è stato Sirio Giametta, un giovane architetto di Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Giametta arrivò a San Giovanni Rotondo, chiamato da Padre Pio. Qui ricevette l’incarico di progettare un ospedale “dove l’ammalato si senta come a casa sua: un luogo confortevole, pieno di luce, molto familiare”.
Tra le altre iniziative di questo anno, in vista della celebrazione della festa di Padre Pio di lunedì, le riprese televisive di tele Radio Padre Pio in HD e un nuovo portale internet. Molti anche i vescovi che sono giunti, e giungeranno, sul Gargano per le celebrazioni: dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila a monsignor. Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; fra’ Roberto Genuin, ministro generale dell’Ordine dei frati minori cappuccini; monsignor Carmelo Pellegrino, promotore della Fede della Congregazione delle Cause dei Santi oltre all’arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo e Direttore generale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio, monsugnor Franco Moscone che nel presentare il libro sottolinea che “come autentico discepolo del Signore Crocifisso e Risorto” Padre Pio “non può e non deve essere solo un intercessore di grazie presso l’Onnipotente, ma soprattutto un’icona da leggere, e per quel che è possibile da cercare di imitare, per avvicinarsi il più possibile, come ha fatto lui, alla perfezione della vita cristiana nel mondo di oggi”.