Paolo Borrometi, giornalista d’inchiesta siciliano, che da anni si batte contro la criminalità organizzata e che per questi motivi vive tutt’ora sotto scorta, in occasione della trentennale scomparsa di Padre Pino Puglisi ha voluto raccontarne la storia: non lo ha fatto attraverso la penna del giornalista, ma con quella di un precettore in grado di parlare con sincerità estrema alle ragazze e ai ragazzi, quelli a cui Puglisi aveva dedicato la sua intera vita.
Uscito nel mese di agosto per Mondadori, Siate rompiscatole! è il titolo che Borrometi ha scelto di dare alla sua biografia, riprendendo un episodio di vita del parroco del quartiere Brancaccio che all’autore era tanto caro: entrava in classe con una scatola vuota e la rompeva a fine lezione, lasciando a ciascuno l’invito a essere un “rompiscatole”.
I capitoli si snodano attraverso le parole chiave della vita di Puglisi, affrontando con delicatezza ma caparbietà la storia di un uomo che ha inseguito la verità e la giustizia senza remore, partendo dal basso della catena di Cosa Nostra, cercando di estirparne le radici. Pino Puglisi ha sempre cercato di strappare i ragazzi dalle grinfie della malavita, restituendogli un’istruzione, un tempo di gioco, momenti di speranza.
Raccontare la sua biografia è quindi restituire anche alla Storia una figura che spesso passa in sordina rispetto agli altri eroi dell’antimafia, ma non per questo di minore rilevanza o testimonianza di assoluto coraggio.
In epigrafe si legge emblematicamente: «Agli unici grandi riferimenti di questo tempo: al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Santo Padre, Francesco. A mio padre e a mia madre per avermi insegnato a scegliere da che parte stare. Ai “rompiscatole”!».