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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

Il Credo del Papa: sotto Ponzio Pilato

12/04/2012  Per gli 85 anni di papa Ratzinger, con Famiglia Cristiana lo straordinario volume "La gioia della Fede". Le riflessioni del Pontefice sulla preghiera del Credo.

Quello in edicola e in parrocchia da oggi è un numero di Famiglia Cristiana da non perdere: a soli 9,90 euro in più, con il giornale si può acquistare la Gioia della Fede, una lettura gioiosa in preparazione all'Anno della fede, verso il quale il Papa ci accompagna in un cammino di conoscenza, conversione e preghiera.

Con uno straordinario lavoro di raccolta ed esegesi, lo studioso Giuliano Vigini, attingendo al ricco patrimonio di omelie, catechesi e discorsi di Benedetto XVI, ha composto un nuovo libro che ripercorre i contenuti fondamentali della fede cristiana enunciati nel Credo. Il volume che è stato presentato in piazza San Pietro al Papa, che ha rivolto una benedizione speciale ai lettori di Famiglia Cristiana. Una straordinaria iniziative del nostro giornale in coincidenza con gli 85 anni del Pontefice.

Questo volume è una lettura fondamentale per il cristiano. Un incontro davvero ravvicinato con la straordinaria sapienza teologica di Benedetto XVI e con la sua capacità di toccare il cuore di tutti i fedeli.

Da oggi, Famigliacristiana.it pubblica ogni giorno un'anticipazione dai diversi capitoli del libro. Il Credo, vivo più che mai, per la riflessione e la preghiera quotidiana.



"Con la Messa in Coena Domini, i solenni riti liturgici ci aiutano a meditare in maniera più viva la passione, la morte e la risurrezione del Signore nei giorni del Santo Triduo pasquale, fulcro dell’intero anno liturgico. Possa la grazia divina aprire i nostri cuori alla comprensione del dono inestimabile che è la salvezza ottenutaci dal sacrificio di Cristo. Questo dono immenso lo troviamo mirabilmente narrato in un celebre inno contenuto nella Lettera ai Filippesi (cfr. 2,6-11). L’Apostolo ripercorre, in modo tanto essenziale quanto efficace, tutto il mistero della storia della salvezza accennando alla superbia di Adamo che, pur non essendo Dio, voleva essere come Dio. E contrappone a questa superbia del primo uomo, che tutti noi sentiamo un po’ nel nostro essere, l’umiltà del vero Figlio di Dio che, diventando uomo, non esitò a prendere su di sé tutte le debolezze dell’essere umano, eccetto il peccato, e si spinse fino alla profondità della morte.

A questa discesa nell’ultima profondità della passione e della morte segue poi la sua esaltazione, la vera gloria, la gloria dell’amore che è andato fino alla fine. Ed è perciò giusto – come dice Paolo – che «nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore!» (2,10-11). San Paolo accenna, con queste parole, a una profezia di Isaia dove Dio dice: Io sono il Signore, ogni ginocchio si pieghi davanti a me nei cieli e nella terra (cfr. Is 45,23). Questo – dice Paolo – vale per Gesù Cristo. Lui realmente, nella sua umiltà, nella vera grandezza del suo amore, è il Signore del mondo e davanti a Lui realmente ogni ginocchio si piega...".

(tratto da "La Gioia della Fede", Benedetto XVI, pp. 43-44)

 
 
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