Philadelphia, Usa
Dal nostro inviato
L’ottavo Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia vive di numerosissimi incontri, eventi, appuntamenti. Due sono però i passaggi essenziali, di natura molto diversa tra loro. Ovviamente in primo piano sono i giorni finali, sabato 26 e domenica 27 settembre, quando papa Francesco arriverà in città, con la consueta affollatissima agenda di appuntamenti e di discorsi, per concludere con la celebrazione eucaristica per tutti, domenica pomeriggio. Ne parleremo a suo tempo.
Oggi piuttosto parliamo dell’altro evento di rilievo, il grande convegno internazionale che cominciato nel pomeriggio di martedì 22. Già affollando i banchi di registrazione uno ha potuto avere la prima grande impressione di comunione, sperimentandola dal vivo. Un popolo colorato ed eterogeneo di volti, di vestiti, di sposi e di religiosi, alcuni in giro da soli, altri in folti gruppi vocianti e allegri. In assenza di molti italiani, sono i sudamericani e gli africani a riempire di rumore gioioso le strade compassate di Philadelphia. Migliaia di persone (oltre 10.000), raccolte in una splendida “Fiera campionaria”, che si è già dimostrata un labirinto entro cui è facile perdersi. Anche perché il convegno, quest’anno, è organizzato in modo molto più radicale in una ricca serie di eventi paralleli, che segnano i lavori dando voce e attenzione a moltissime sfaccettature della famiglia.
Le sei sessioni di lavoro (da martedì pomeriggio a venerdì mattina) sono tutte organizzate, infatti, su una relazione in plenaria (due mega sale a disposizione, faceva impressione sbirciare il mare di sedie vuote…), per un’ora circa, e poi ci si dividerà in incontri paralleli (da un minimo di nove a un massimo di quindici per ogni sessione, quindi circa settanta gruppi di lavoro), sui temi più disparati. Bisogna proprio studiarlo con attenzione, questo programma, per poter scegliere i contenuti da seguire: anche perché i gruppi sono funzionali anche alle competenze linguistiche. Pochi sono i gruppi con traduzione, e ogni volta ci sono gruppi linguistici: oltre a quelli in inglese ce n’è uno in italiano, uno in francese, uno in spagnolo, ma a volte ci sono anche con lingue specifiche, come il vietnamita, quando si parlerà di famiglie divise non per separazione di coppia, ma perché devono sopportare periodi di separazione molto lunghi per lavoro, lunghe malattie, emigrazioni/fughe.
Già un elemento è apparso dunque intrigante e importante, in questo convegno, prima ancora che fossero iniziati i lavori: la grande ricchezza di sensibilità e di attenzione alla vita familiare, che viene affrontata e discussa in tutte le sue sfaccettature. Si parlerà di alleanza coniugale e con Dio, ma anche di come gestire i soldi in famiglia. Verranno affrontate le grandi sfide demografiche della natalità, ma anche il perdono in famiglia. Si parlerà di vocazione e di missione evangelizzatrice della famiglia, ma anche delle fatiche delle famiglie disabili. E non mancheranno i temi complessi, se non scomodi, come l’accompagnamento e la cura delle famiglie separate, la questione omosessuale, di violenza domestica…. E il bello è scoprire una lunga lista di esperti, di laici e religiosi provenienti da tutto il mondo, che saranno capaci di dare voce alle esigenze e alle grandi potenzialità della famiglia nel mondo, in ogni cultura, davanti ad ogni sfida. Così ci si sente meno soli, quando si deve rendere ragione, nel dibattito pubblico, del valore sociale della famiglia. Insomma, sarà difficile anche solo scegliere quale gruppo seguire… E spero che si riesca facilmente a recuperare il materiale anche degli altri gruppi: così potremo parlarne insieme, sia pure brevemente, in queste giornate. Alla prossima.
* Francesco Belletti è il direttore del Cisf (Centro internazionale
studi famiglia) e presidente del Forum delle associazioni familiari