“Mentre tutte le attività venivano bloccate dalla pandemia e dal lockdown, noi abbiamo deciso di iniziare una nuova avventura. Era il settembre del 2020, ed ora siamo alla terza edizione, che ci auguriamo senza limitazioni per il pubblico. Allora fu comunque un gesto di reazione e di ottimismo”. A raccontarlo è Luca Ciammarughi – pianista, saggista, conduttore radiofonico, docente e in questa veste direttore artistico – e l’iniziativa di cui parla è il festival PianoSofia (1 – 8 ottobre, a Milano, con una seconda sezione nella prossima primavera), fondato insieme a Silvia Lomazzi.
Ciammarughi è un pianista che ama svelare la ricchezza della Storia della musica, andare nel profondo, anche con i suoi concerti e le sue incisioni, fra le quali il bellissimo Rameau nello specchio di Saint-Saens: “È il mio ultimo cd (Sony Music MM l’etichetta, ndr), e Rameau per me è la sintesi di Scienza ed Espressione. Come Bach. Una vera incarnazione della forza di Orfeo e del raziocinio di Euclide”
Dunque l’abbinamento fra Pensiero e Musica nell’ideazione del Festival le è venuta naturale?
“Certo, perché sento spesso dire dagli artisti: tu non suoni, come puoi parlare di musica? Ma è una asserzione un po' superficiale, perché la musica è fatta di suoni, ma il discorso intorno alla musica è sempre fiorito, e ha dato grandi frutti. Basta pensare alla nascita del melodramma che origina dal rapporto fra parola e musica. E, in realtà, da Platone a nostri giorni, trattati, studi, lettere di artisti, critiche e romanzi, dimostrano che di musica si può anche parlare”.
Voi quindi fate precedere al concerto una riflessione, spesso generata da un dialogo fra gli ospiti?
“Esatto, ogni incontro ha un tema, ma non c’è un filo rosso che lega le proposte. Se non quello di ospitare a Milano pianisti che normalmente non frequentano le nostre stagioni, come, per l’edizione che sta per iniziare Adam Laloum e Boris Bloch. E quello di dare spazio ai giovani talenti.
C’è un’altra ragione nelle vostre scelte?
“Noi pensiamo che la divulgazione della musica non debba mai essere una banalizzazione, soprattutto in un sistema che presenta vuoti siderali da questo punto di vista. Nel nostro quotidiano le immagini hanno un grande impatto. Ma deve averlo anche l’approfondimento, la riflessione. In una parola, il pensiero”.
Qualche esempio?
“Franco Pulcini rifletterà sulla matrice ebraico-ucraina di tanti esponenti della cosiddetta scuola pianistica russa. La psicologa Alice Mado Proverbio parlerà dei rapporti tra musica e neuroscienze. La pastora battista Cristina Arcidiacono approfondirà il tema della Creazione, e della creazione al femminile”. Prima i dialoghi, e poi la musica dunque: “esatto, con una sorpresa. Prima dei concerti presso la Casa degli Artisti, il pianoforte in sala sarà a disposizione del pubblico per esecuzioni estemporanee. Naturalmente previa prenotazione!”
Sul sito www.pianosofia.it l’intero programma.