Di Agnese Pellegrini
«Dio? Lo incontro nel dubbio. Faccio fatica a credere, ma da quando ho smesso di dare la fede come qualcosa di scontato e mi sono messo in discussione, Dio lo sento più presente». Il regista, conduttore, scrittore e sceneggiatore Pif – Pierfrancesco Diliberto – è il protagonista della copertina del numero di Credere ora in edicola e ha accettato di parlare della sua fede. «Non mi definisco cattolico», dice. «Tuttavia, amo molto il comandamento “Ama il prossimo tuo, come te stesso”. Cristo è nelle persone fragili, negli ultimi, nei profughi, e fa bene papa Francesco a ricordarci che dobbiamo sporcarci le mani. Altrimenti, andremo dietro a una fede rassicurante, che però non è autentica». Pif racconta di provenire da una famiglia cattolica, di aver studiato da preti e suore e di riconoscersi negli insegnamenti del Vangelo.
Tuttavia, spiega, «piano piano, mi sono reso conto che la mia era una risposta – “sono cattolico” - era di abitudine. Allora è accaduta una cosa strana: paradossalmente, mi sento più vicino Dio di quando mi reputavo credente. Senza voler assolutamente giudicare, penso che sia questo l’errore di molti: professarsi cattolici per abitudine o per tradizione. L’esempio concreto è che tantissime volte ci si sposa in chiesa senza crederci». «Secondo me», aggiunge, «il vero credente è colui che nella sua preghiera sa dire, come Gesù sulla croce: “Sia fatta la tua volontà”. Che, cioè, sa affidarsi e sa accettare quello che accade, perché tutto rientra in un disegno divino». Quindi per il regista e scrittore la fede è «una ricerca. Un dono. Ma anche la capacità di accettare.
L’intervista con Pif si trova sul numero 13/2024 di Credere nelle edicole e nelle librerie cattoliche dal 28 marzo e nelle parrocchie dal 30. Credere è disponibile anche su edicolasanpaolo.it