(Nella foto: la cerimonia di premiazione il 25 ottobre a Milano)
Avere un fratello disabile: è una sfida, una responsabilità, più o meno gravosa, che va accettata, affrontata e gestita, con coraggio, pragmatismo, fiducia. Si parla molto di disabilità, ma spesso ci si dimentica delle persone che la disabilità la vivono in modo indiretto ma comunque totalizzante perché hanno in famiglia un partente disabile. "Perché sei un essere speciale. Mio fratello, la sua disabilità ed io" è il Premio giornalistico che la Fondazione Bendetta d'Intino dedica proprio a loro, i parenti più stretti, i fratelli e le sorelle delle persone che vivono un disagio, un disturbo psichico o fisico, per mettere in luce il loro punto di vista e i loro sentimenti.
Il Premio, giunto alla nona edizione, è stato vinto da Alina Di Mattia con l'articolo "Emanuele, la sindrome di Asperger ed io", pubblicato su Il Faro 24, e da Alessio Lasta con il reportage "Sla - Malati invisibili agli occhi dello Stato", andato in onda su Piazzapulita su La7. Menzione speciale per Barbara Rachetti, per l'articolo "Vivere con un disabile: e se si tratta di un fratello?" uscito su Donna moderna.
Nella giuria del Premio: Armando Besio, caposervizio di Repubblica, Salvatore Carrubba, di Radio 24, Giancarlo D’adda, Zita Dazzi, di Repubblica, Ferruccio De Bortoli, presidente Vidas, Mattia Formenton, presidente Fondazione Benedetta D’Intino, Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport, Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana, Giangiacomo Schiavi, del Corriere della Sera, Fiorenza Vallino, consulente editoriale di Io Donna,Carla Vanni, direttrice di Grazia International, Pier Luigi Vercesi, del Corriere della Sera.
La premiazione, che si è svolta a Milano il 25 ottobre, è stata accompagnata da una tavola rotonda per un approfondimento sul tema con Mattia Formenton, Stefano Malfatti, direttore comunicazione e raccolta fondi dell'Istituto Serafico di Assisi, Andrea Monti e Bert Pichal, ortopedagogista e formatore.
Dal 1992 la Fondazione Bendetta d'Intino a difesa del bambino e della famiglia si impegna per migliorare la qualità di vita dei bambini e degli adolescenti con forme di disagio psicofisico e gravi disabilità comunicative sostenendo le loro famiglie. Opera con quattro centi operativi, uno a Milano, due in India, uno in Bolivia. Tra le attività che svolge: lo sviluppo della Comunicazione aumentativa alternativa (per rispondedere ai bisogni comunicativi di soggetti senza linguaggio orale) e il Programma di comunicazione per l'autismo. Il Centro Benedetta D'Intino Onlus (che accoglie 500 bambini l'anno) dal 2003 è Polo territoriale della neuropsichiatria infantile ed è dotato di una Biblioteca speciale, rivolta a bambini nella fascia da zero a 10 anni con difficoltà motorie e comunicative. Per informazioni su tutte le attività e i progetti della Fondazione: www.benedettadintino.it.