Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 16 luglio 2025
 
la recensione
 

Bajani vince il Premio Strega, lo strappo dai genitori per trovare sé stesso

04/07/2025  Confermati i pronostici che lo davano per favorito, "L'anniversario" (Feltrinelli) si aggiudica con 194 voti il più ambito dei premi letterari. Un romanzo autobiografico molto duro, dove l'autore ricostruisce le figure disfunzionali dei suoi genitori e il suo definitivo allontanamento dalla famiglia. La nostra recensione

Andrea Bajani continua la vivisezione della sua esperienza autobiografica attraverso la lente della letteratura, raccontando in L’anniversario (Feltrinelli), romanzo vincitore del Premio Strega 2025,  il congedo, l’addio di un figlio ai genitori. Una materia dolorosa e delicata, che necessita dell’ausilio dell’invenzione narrativa sia per riempire gli inevitabili vuoti della memoria, sia per mantenere una distanza di sicurezza. Protagonista della prima parte del romanzo è la madre, una donna che ha rinunciato a sé, alla sua vita, alle sue passioni per stare nell’ombra di un marito dispotico. I pochi gesti di “ribellione” o di ricerca d’autonomia si risolvono presto in niente, perché tutto accetta e tutto sopporta, anche ciò che non dovrebbe, tanto che in questa sconvolgente apatia ogni realtà viene messa sullo stesso piano – quello dell’irrilevanza – persino la vita e la morte. Lo sguardo dello scrittore si sposta poi gradualmente e necessariamente verso il padre, uomo tiranno, violento nel ricatto psicologico prima ancora che in senso fisico. Un marito-padre che tiene sotto scacco l’intera famiglia – c’è anche la sorella dell’io narrante – e rende la casa in cui abitano un inferno, un incubo quotidiano, da cui nessuno però riesce a sottrarsi, a causa della manipolazione a cui sono sottoposti. Descritti la madre e il padre, il protagonista si prende direttamente la parola per raccontare di sé, di come sia stato prima totalmente irretito in questa prigione e di come se ne sia poi lentamente liberato, a un prezzo altissimo, ricorrendo  alla psicoterapia e frapponendo chilometri fra sé e i genitori. L’anniversario a cui allude il titolo è il decennale della liberazione da loro, avvenuta quando il figlio aveva 41 anni, celebrata oggi attraverso la scrittura. E la scrittura è una delle qualità migliori del libro: esatta, distaccata, limpida, probabilmente come risultato di un esercizio di misura e controllo dell’autore rispetto a una storia così dura e drammatica. Vivere sotto il giogo di un uomo del genere e poi dover prendere congedo dai propri genitori, per finalmente trovare sé stessi e la serenità, è quanto di più doloroso possa toccare a un essere umano. 
 

L'anniversario

Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l'origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura "con la forza brutale del romanzo".

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo