L'ultimo esempio l'ha fornito in diretta tv qualche giorno fa, dopo la preghiera mariana dell'Angelus, quando ha invitato tutti a trattare la Bibbia come il cellulare, portandola sempre appresso. Un modo originale per dire Quaresima, ribadendo il primato della preghiera. L'ennesima conferma di un linguaggio innovativo, capace di fare breccia e di essere ricordato. Jorge Mario Bergoglio si fa amare perché riveste di vita quotidiana il Vangelo. Perché non cancella dogmi e norme, ma in nome dei principi si guarda dal calpestare le persone. In buona sostanza perché si sforza di vivere ciò che annuncia, senza la pretesa di apparire perfetto, anzi proclamandosi peccatore bisognoso di perdono (non a caso dal 5 al 10 marzo ha voluto ritirarsi ad Ariccia, vivendo alcuni giorni di ritiro spirituale). Uno di noi, insomma.
Quattro anni fa la sua elezione a Papa ci stupì. All'imbrunire di quello storico 13 marzo 2013 il suo «Buonasera» ce lo fece sentire subito un fratello maggiore. «La mia gente è povera e io sono uno di loro», disse per spiegare la scelta, da arcivescovo di Buenos Aires, di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Non si è mai stancato di raccomandare ai suoi preti misericordia, coraggio e porte aperte. Da Papa ha indetto un intero Anno Santo dedicato a questo tema. E, una volta chiuso, ha ammonito: «La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa».
La cosa peggiore che possa accadere, ha spiegato una volta, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», il che significa «mettere al centro sé stessi». In fedeltà al Concilio Vaticano II ha chiesto di scegliere come bussola la Parola di Dio e per compagni di strada le donne e gli uomini di oggi, soprattutto i più lontani, i più piagati, i più soli. Ascolta, sussurra, sorride o tace quando abbraccia le persone. Alza la voce contro il male che assume forme diverse: economia di rapina, corruzione, commercio delle armi, guerra, rifiuto dell'altro, muri di separazione. Tanto è tenero con i piccoli della Terra quanto è deciso con i nodi della storia, contro cui non ha paura di lottare corpo a corpo. Come Papa ci ha consegnato documenti preziosissimi come le due esortazioni apostoliche Evangelii gaudium (24 novembre 2013) e Amoris laetitia (19 marzo 2016) o come l'enciclica Laudato si' (24 maggio 2015). A lui la gente di tutto il mondo guarda con speranza, affidandone pene e sogni. In filigrana, su tutto, il sentimento di gratitudine per chi ci è maestro cobn la vita. Auguri Santità.