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lunedì 07 ottobre 2024
 
il rapporto
 

L'allarme di Caritas: la povertà in Italia è arrivata ai massimi storici

20/06/2024  Lo rivela il Report statistico nazionale 2024. Il 9,8% della popolazione complessiva del nostro Paese vive in stato di povertà assoluta. Molto diffusa è la fragilità occupazionale. L'Italia resta uno dei Paesi con la più bassa mobilità educativa in Europa

La povertà oggi in Italia è ai massimi storici: un fenomeno che ormai va considerato come strutturale per il nostro Paese. Ad affermarlo è il Report statistico nazionale 2024 di Caritas italiana "La povertà in Italia", che valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. L'immsgine delineata dai dati è drammatica: sulla base delle stime Istat, il 9,8% della popolazione, un residente su dieci, vive in uno stato di povertà assoluta. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. Ad essi si aggiungono coloro che vivono in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di circa 13milioni 391mila persone, pari al 22,8% della popolazione, per la maggior parte concentrati nelle aree del Mezzogiorno.

Nel 2023, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati le persone incontrate e supportate da Caritas sono state 269.689.  Complessivamente si tratta di circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta. Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti. Si rafforzano le povertà intermittenti e croniche: uno zoccolo duro di povertà - così lo chiamo il Report - che si trascina di anno in anno. A chiedere aiuto sono un po' di più le donne rispetto agli uomini, con un'età media di 47,2 anni. Le famiglie con minori rappresentano il 56,5% del totale. 

Un fattore che accomuna buona parte delle persone assistite è la fragilità occupazionale, che si esprime nella condizione di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (23%). Tra i lavoratori poveri si contano per lo più: persone di cittadinanza straniera (65%); uomini (51,6%) e donne (48,4%); genitori (78%) e coniugati (52,1%); impiegati in professioni non qualificate; domiciliati presso case in affitto (76,6%).

Cresce la grave marginalità adulta: nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2% dell’utenza complessiva. In aumento, inoltre, il dramma della solitudine e della povertà delle persone anziane: nel 2023 le Caritas diocesane e parrocchiali hanno incontrato e sostenuto 35.875 anziani, pari al 13,4% dell’utenza complessiva. 

In Italia sono tanti i nuclei familiari con bambini in stato di povertà. I bambini nella fascia da zero e 3 anni registrano l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7%. In pratica, un bambino su sette fino a 3 anni di età è povero in termini assoluti. L'Italia, inoltre, continua a caratterizzarsi come uno dei Paesi con la più bassa mobilità educativa in Europa: ciò significa che i titolo di studio dei genitori influisce pesantemente sulle scelte formative, sulle opportuntà e quindi sul futuro dei loro figli.

(Foto Ansa: una donna senzatetto tra i rifiuti a Napoli)

 
 
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