Estrema fragilità, insicurezza, marginalità sociale che da temponaea tende a diventare purtroppo permanente: è la condizione che accomuna migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Italia e in modo particolare a Milano. A fotografare la situazione attuale, a partire dall'analisi del cambiamenti introdotti dal Decreto Lamorgese, è il rapporto "Più fuori che dentro. Il niovo sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati e la condizione di chi ne rimane fuori. Un'indagine qualitativa" curato dal Naga, organizzazione di volontariato per l'assistenza socio-sanitaria e per i diritti dei cittadini stranieri, rom e sinti. Il report è il quarto lavoro di monitoraggio e analisi compiuto dall'Osservatorio del Naga ed è il risultato dell'attività degli ultimi due anni, 2020 e 2021, segnati in modo drammatico dalla pandemia del Covid-19 che ha accentuato le difficoltà ed aggravato la marginalizzazione. Dai dati, dalle interviste e dalle testimonianze raccolti da volontari e volontarie del Naga emerge la fotografia di una Milano dal volto non accogliente e solidale, dove parte della popolazione è esclusa dall'accesso a diritti fondamentali.
Il rapporto, molto dettagliato, offre un quadro del mondo dell'accoglienza a partire dall'evoluzione degli aspetti normativi e burocratici ed è suddiviso in diversi capitoli. Il primo è focalizzato sui cambiamenti normativi, come l'introduzione dello status di Protezione speciale e le relative procedure per il suo riconoscimento. Il secondo capitolo spiega e analizza il funzionamento del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) - firrmata dalla ministra Lamorgese un anno fa - ultima denominazione degli ex Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), poi Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati). Il capitolo spiega la tipologia delle strutture Sai, le attività e i servizi erogati, le problematiche relative alla gestione di queste strutture in epoca di pandemia, che ha avuto un forte impatto sul sistema dell'accoglienza.
I terzo capitolo guarda all'accoglienza a Milano, con le osservazioni sul campo dei volontari del Naga. In questa sezione si analizza in primis il Piano anti-freddo, progetto attivo nella città da nomebre a merzo che prevede interventi mirati a proteggere dall'emergenza freddo le persone senza fissa dimora. Un Piano carente, secondo il rapporto, a livello di risposta dei servizi sul territorio, dal numero di posti letto disponibili, alla modalità e ai tempi di accesso nelle strutture, agli standard igienico-sanitari. La conclusione del Naga è che la pandemia ha aggravato un sistema già non rispondente alle esigenze reali delle persone, determinando l'esclusione di una parte della popolazione dall'accesso ai diritti, come quello alla salute.
Il quarto capitolo dà voce a chi è invisibile, relegato ai margini, privo di voce: qui sono raccolte le testimonianze delle persone che durante la pandemia hanno vissuto per la strada, i racconti delle difficoltà affrontate quotidianamente, dalla gestione della famiglia alla ricerca del lavoro, in uno stato di continua attesa, instabilità, disillusione, profonda solitudine.
Do fronte allo scenario presentato dal rapporto, il Naga lancia una serie di proposte al Comune di Milano, alcune molto pratiche e concrete. Fra queste, l'apertura di servizi igienici pubblici sempre accessibili a tutti, gratuiti, dsitribuiti in tutta la città; l'organizzazione di un servizio telefonico e di pronto intervento attivo 24 ore su 24 gestito dai servizi sociali del Comune di Milano; l'implementazione di un sistema semplice per richiedere e ottenere servizi fondamentali come l'iscrizione anagrafica per le persone senza fissa dimora. Essere esclusi dall'anagrafe infatti significa non avere accesso a una serie di diritti, come quello dell'accesso alle cure e al sistema sanitario nazionale.
L'associazione Naga è attiva a Milano dal 1987 e opera attraverso 400 volontari che forniscono assistenza sociale, legale e sanitaria ai cittadini stranieri, con la convinzione che la migrazione non va trattata come un'emergenza ma va gestita come un fenomeno che esiste da sempre. Oltre all'associazione esiste anche il Centro Naga Har, per dare supporto a richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura. Per informazioni, sito Internet: www.naga.it
(Foto Ansa)