Ricorda insieme l’Europa, con i 70 anni dalla dichiarazione Schuman «che ha ispirato il processo di integrazione europea, consentendo la riconciliazione dei popoli del continente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, e il lungo periodo di stabilità e di pace di cui beneficiamo oggi» e l’Africa, con il grido contro la siccità del Sahel, che 40 anni fa fece Giovanni Paolo II visitando per la prima volta il Continente. Poi ringrazia i giovani che stanno partecipando all’iniziativa “Laudato Si’ Alberi” cin «l’obiettivo di piantare nella regione del Sahel almeno un milione di alberi che andranno a far parte della “Grande Muraglia verde d’Africa”». E chiede un minuto di silenzio per «ricordare ognuno la sua mamma», anche quelle che «sono passate all’altra vita e ci accompagnano dal Cielo».
Prima aveva spiegato il Vangelo del giorno sottolineando che è Gesù a indicarci la via del Paradiso. Il Signore ci salva dall’angoscia, dal turbamento e ci spinge verso il cielo. «Egli sa che, nella vita, l’ansia peggiore, il turbamento, nasce dalla sensazione di non farcela, dal sentirsi soli e senza punti di riferimento davanti a quel che accade», ha spiegato papa Francesco. «Quest’angoscia, nella quale a difficoltà si aggiunge difficoltà, non si può superare da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Gesù. E per questo Gesù chiede di avere fede in Lui, cioè di non appoggiarci a noi stessi, ma a Lui. Perché la liberazione dal turbamento passa attraverso l’affidamento. Fidarci di Gesù, fare il salto. È questa è la liberazione dal turbamento. E Gesù è risorto e vivo proprio per essere sempre al nostro fianco».
E sappiamo anche che Gesù «ci ha prenotato un posto in Cielo. Ha preso su di sé la nostra umanità per portarla oltre la morte, in un posto nuovo, in Cielo, perché lì dove è Lui fossimo anche noi. È la certezza che ci consola: c’è un posto riservato per ciascuno. Anche c’è un posto per me. Ognuno di noi può dire: C’è un posto per me. Non viviamo senza meta e senza destinazione. Siamo attesi, siamo preziosi».
Per questo Gesù, «per noi ha preparato il posto più degno e bello: il Paradiso. Non dimentichiamolo: la dimora che ci attende è il Paradiso. Qui siamo di passaggio. Siamo fatti per il Cielo, per la vita eterna, per vivere per sempre. Per sempre: è qualcosa che ora non riusciamo neppure a immaginare. Ma è ancora più bello pensare che questo per sempre sarà tutto nella gioia, nella comunione piena con Dio e con gli altri, senza più lacrime, rancori, divisioni e turbamento».
La via per raggiungere il Paradiso è proprio Gesù, ce lo dice lui stesso:
«Io sono la via». Dobbiamo avere «un rapporto vivo con Lui, è imitarlo nell’amore, è seguire i suoi passi». Non dunque «le vie del potere, le vie della mondanità, le vie per auto affermarsi, le vie del potere egoista», ma quella «di Gesù, la via dell’amore umile, della preghiera, della mitezza, della fiducia, del servizio agli altri. Non è la via del
mio protagonismo, è la via di
Gesù protagonista della mia vita. È andare avanti ogni giorno domandandogli: “Gesù, che cosa pensi di questa mia scelta? Che cosa faresti in questa situazione, con queste persone?”. Ci farà bene chiedere a Gesù, che è la via, le indicazioni per il Cielo. La Madonna, Regina del Cielo, ci aiuti a seguire Gesù, che per noi ha aperto il Paradiso».