Roberto Benigni torna in Tv dopo dieci anni con Il sogno, in onda stasera su Rai 1. Ma oggi è anche la festa del papà e quindi ripubblichiamo alcuni stralci dell'intervista che il comico toscano premio Oscar ci rilasciò in occasione dell'uscita del film Pinocchio di Matteo Garrone, in cui interpretava Geppetto:
«Sono andato a controllare e le parole che più si ripetono nel libro di Collodi, nell’ordine, sono: “povero”, “fame”, “casa”, “babbo”. Pinocchio racconta una povertà meravigliosa che ho conosciuto pure io, che ti fa sembrare la vita un miracolo qualsiasi cosa accada. Una povertà che poi si rivela come la madre di tutte le ricchezze, perché Pinocchio alla ne da burattino si trasforma in un bambino. Ha guadagnato la vita: più ricco di così!».
Roberto, per interpretare Geppetto ti sei ispirato a tuo papà Luigi?
«Ho praticamente pensato solo a lui durante tutte le riprese. Il mio babbo era come Geppetto, un contadino vero che sapeva fare tutti i mestieri, anche lavorare il legno. E la nostra casa era molto simile a quella che si vede nel lm. Avevamo il focolare disegnato sul muro perché non potevamo permetterci la legna per il fuoco. La mia mamma ogni tanto faceva un po’ di pane o ci dava da mangiare con quello che trovava: anche una castagna o un pezzo di cocomero andavano bene. Mio padre per me è stato un modello fortissimo e ora gli somiglio pure sicamente. Così come somiglio a mio nonno. Quando Garrone mi ha fatto vedere una mia foto elaborata per farmi capire come sarei stato nel lm, gli ho chiesto: “Ma chi ti ha dato la foto di mio nonno?”. Sono grato a Matteo per avermi fatto interpretare Geppetto dopo che io nel mio lm avevo fatto Pinocchio. Per me, rappresenta il completamento di un percorso».
A parte i tuoi ricordi personali, qual è il fascino di Geppetto?
«Il nome Geppetto deriva da Giuseppe. Lui e san Giuseppe sono i padri più famosi della storia e sono legati da tante cose: sono entrambi falegnami, hanno un figlio che non si sa bene da dove arrivi, ma che amano lo stesso immensamente, dimostrando che non c’è differenza tra padri naturali e padri adottivi. Il loro bambino per loro è un dono divino, tanto più che è arrivato in tarda età. E lo amano. Se poi vogliamo allargare ancora il discorso possiamo dire che Geppetto assomiglia al Padre per eccellenza, nostro Signore, che ha costruito i suoi figli a sua immagine e somiglianza e loro, appena hanno potuto, sono scappati di casa proprio come ha fatto Pinocchio»