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Era esattamente il 2 ottobre 1995 quando una scoppiettante coppia di conduttori radiofonici, entrò a far parte del costume degli italiani. Da allora, il Ruggito del coniglio dà il buongiorno a milioni di radioascoltatori che a casa, in macchina, sul web o tramite gli smartphone, si svegliano e iniziano la giornata di buonumore grazie all’umorismo leggero e intelligente di Marco Presta, Antonello Dose e tutti i mattatori che si avvicendano ai microfoni della trasmissione.
L’appuntamento è domani come di consueto alle 7.50 sulle frequenze di Radio 2 insieme a Max Paiella, Giancarlo Ratti, Paola Minaccioni, Roberto Corradi fino ai musicisti Attilio Di Giovanni e i suoi Rabbits Alfredo Agli e Francesco Redig de Campos, per una puntata speciale che ha come filo conduttore “Vent’anni anni d'amore” e vedrà Presta, Dose & co. condividere con gli ascoltatori e il pubblico presente nella sala A di via Asiago i successi e le emozioni di tanti anni vissuti insieme.
Il “Ruggito del Coniglio” è una delle trasmissioni radiofoniche più seguite e amate dagli italiani e, in barba all’economia del Paese, non ha conosciuto momenti di crisi, anzi. Vi aspettavate questo risultato?
«Assolutamente no. Alla fine della prima edizione eravamo convinti che sarebbe finita lì. Invece il buon cuore degli italiani è talmente grande che siamo ancora qui a dire scemenze. Facciamo danni in tanti settori, radio, tv, libri, teatro, ci manca solo di passare a citofonare casa per casa ma questo, al pubblico, vorremmo evitarlo».
Perché il “Ruggito del Coniglio” piace così tanto?
«Perché è un rito collettivo cui i radioascoltatori danno un contributo fondamentale. E’ come una riunione di famiglia, una famiglia allargata in cui noi ricopriamo il ruolo dei cugini un po’ scemi».
Come nasce l’idea di questo programma e cosa ha determinato la scelta del titolo?
«Volevamo fare una sorta di “Chiamate Roma 31-31” in chiave leggera, parlando della vita quotidiana, di attualità e di sentimenti. Facendo intervenire il pubblico abbiamo dato la possibilità al coniglio che si annida dentro ognuno di noi di poter finalmente ruggire».
Come definite il vostro umorismo?
«Più che umorismo è istinto di sopravvivenza in un Paese come il nostro. Si ride per non piangere».
Vent’anni sono tanti. Come è cambiata la radio e l’Italia in questo lasso di tempo?
«Vent’anni fa le radioline erano molto più grandi. E ora poi ci sono i social network. L’Italia è cambiata molto ma quello che rimane immutato è la capacità di ridere di noi stessi e di quello che ci capita».
Oltre ad essere una collaudata coppia creativa siete amici dai tempi della scuola. Dove vi siete conosciuti e che ricordo avete delle vostre prime esperienze nel mondo dello spettacolo?
«Ci siamo conosciuti nel gruppo giovanile della nostra parrocchia (San Policarpo a Roma Sud) e abbiamo cominciato facendo gli attori. Poi, per la fortuna del teatro italiano, abbiamo smesso».
Cosa avreste fatto nella vita se non foste diventati autori?
«Marco voleva fare il poliziotto della stradale, io l’astrofisico, pensate ai danni che avremmo combinato.
Quali novità ci riserverà la nuova stagione del “Ruggito”?
«Ogni anno cerchiamo di cambiare il programma il più possibile. Quest’anno cercheremo nuovi talenti radiofonici con il Talent “W GUGLIELMO MARCONI”. Giovani aspiranti speaker fatevi avanti!».
Oltre alla radio, siete entrambi impegnati a teatro e in televisione. Dove vi sentite veramente “a casa”?
«La radio e’ il nostro habitat ideale e, aldilà delle evasioni momentanee, è quello che vogliamo continuare a fare».
Un saluto ai lettori di Famiglia Cristiana che vi ascoltano in radio?
«Cari lettori di Famiglia Cristiana “Aloha” che alle Hawaii significa “amore” e se vi capita di sintonizzarvi su Radio 2 alle 7:50 di mattina... abbiate pazienza».





