In merito all'ultima edizione del Festival di Sanremo è intervenuta anche l'Associazione internazionale degli esorcisti con un comunicato:
«Ci uniamo a quanto ufficialmente comunicato dal vescovo della diocesi di Ventimiglia-San Remo, monsingor Antonio Suetta, su ciò che è avvenuto nel corso della 71ͣ edizione del Festival della canzone italiana. Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile. Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo. Una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del “godimento”, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un “finto sentimento religioso”, si mischia il demoniaco. Basta leggere il testo del monologo andato in onda in una di queste serate: “Sono il rock and roll, trasgressione che entra nelle case di mezza America. Esplicito invito a lasciarsi andare. Una vecchia chiesa indignata per il credo dell’irriverenza. Nuovo tempio notturno del giovane e del proibito, tempo di giogo, demonio, divinità, juke box tappezzato di chiodi, ognuno in rituale con gli altri in un solo corpo danzante. Carne che chiede carne, uragano nei desideri sessuali. Scossa nel perbenismo familiare, promessa di piacere. Il sacro vincolo del godimento. Godere è un obbligo. Dio benedica chi gode”.
Il tutto con travestimenti dissacranti, scimmiottando contenuti, tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo. Una modalità che non fa mistero del suo obiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla. Cosa nasconde tutto ciò? Sicuramente niente che possa essere definito “culturale” e ancor meno “educativo” per le giovani generazioni, e non solo, sempre più vittime di messaggi mediatici inneggianti a pseudo-valori di libertà e diritti. Una modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro. Il tutto su un palcoscenico nazional popolare, attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti.
Come cristiani non possiamo restare semplicemente “senza parole” ma abbiamo il dovere di far sentire pubblicamente la nostra disapprovazione, e il nostro sdegno. Non è libertà di opinione, quella che ferisce la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed efferata determinazione».