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lunedì 10 febbraio 2025
 
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Le opere di misericordia secondo Piera Ventre

03/06/2020  Sullo sfondo della tragedia di Vermicino del giugno 1981, in cui perse la vita “Alfredino”, a Napoli si snoda la vicenda della famiglia Imparato, tra delusioni e speranze mai spente

Tra i romanzi di auori italiani di recente uscita, consiglio di non lasciarsi sfuggire Sette opere di misericordia di Piera Ventre, edito da Neri Pozza.

LA TRAMA

Lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969 e la tragica fine di Alfredo, il bambino inghiottito da un pozzo artesiano a Vermicino il 13 giugno del 1981. Si muove tra questi due eventi, dalla forte carica simbolica, Sette opere di misericordia di Piera Ventre, un romanzo che rappresenta davvero una bella sorpresa, impreziosito da una scrittura fascinosa, con inserzioni dialettali.

Ne è protagonista la famiglia Imparato, che vive in una casa che si affaccia direttamente sul cimitero di un rione di Napoli. Cristoforo ne è il custode, lavoro a cui si è rassegnato, lui che già aveva perso un occhio in guerra, dopo la chiusura della tipogra a in cui lavorava. La moglie Luisa evade dal rigore della quotidianità guardando l’uccellino che le è stato regalato da un ragazzo che era stato loro ospite per un breve periodo.

La fIglia maggiore Rita si rifugia nel cibo e nel sogno di poter studiare lontana da casa. Nicola, quinta elementare, è un bambino estremamente sensibile e intelligente, anche lui con un difetto della vista e bullizzato dai soliti sbruffoni ignoranti. A condividere questo appartamento con loro arriva Rosaria, un’amica di Rita che si è ritrovata incinta, senza sapere se il padre sia l’avvenente supplente di Storia dell’arte o un coetaneo finito in galera.

IL COMMENTO

Ciascuno di questi personaggi - e altri minori che fanno la loro com-parsa - vivono un presente di frustrazione e delusione, che trova una drammatica rappresentazione nella vicenda di Alfredino. Ciascuno di loro sente che i propri sogni sono intrappolati, come lo è quello sfortunato bambino che nessuno riesce a liberare. Eppure in tutti è vivo il un’esistenza più appagante, evocata da quell’incredibile evento che fu lo sbarco sulla Luna: quella Luna che Nicola, uno dei personaggi più riusciti e forti, continua a osservare con il telescopio che gli ha regalato papà.

Si respira tanta miseria in questa storia, miseria che è materiale certo, ma ancor più esistenziale e persino morale, perché tutti o fanno del male, o evitano di sporcarsi le mani nella realtà, o cedono alla tentazioni. D’altro canto vi è anche un’intensa aspirazione a qualcosa di diverso, un’armonia, un amore - insomma quelle opere di misericordia richiamate nel titolo - che sappia superare i detriti del tempo e le incomprensioni. Sarà il più piccolo a dare a tutti una testimonianza di come tale anelito possa costituire una possibilità reale.

L'AUTRICE

Pia Ventre è nata a Napoli nel 1967. Laureata in Logopedia, è socia della Associazione Comunico. Collabora con le scuole di Livorno, città in cui vive dal 1987. Questo è il suo secondo romanzo, dopo Palazzokimbo, pubblicato sempre con Neri Pozza.

Titolo: Sette opere di misericordia

Il Giudizio

Storia: 7

Scruttura: 8

Copertina: 7

(Sopra: Piera Ventre. In alto: un particolare della copertina del libro). 

Sette opere di misericordia

Napoli, giugno 1981. La casa è nel cimitero della città. Una città che è a stento in piedi, piena di puntelli, intelaiata di tubi Innocenti aggrappati al tufo, di palazzi vacillanti e inabitati dove l'oscurità e l'umido la fanno da padroni. Cristoforo Imparato fa il custode del cimitero

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