E’ la storia di Benedetta, la figlia del sindaco di un paesino un po’ sonnacchioso dell’entroterra romagnolo. Un bel giorno la rassicurante routine dell’intera comunità viene sconvolta dall’insediarsi di una casa famiglia rumorosa quanto stravagante nella sua insolita composizione. Una mamma e un papà, un giovanissimo ex carcerato, un richiedente asilo, un’ex prostituta con la figlia piccola, due ragazzi con una grave disabilità più il figlio naturale della coppia. Inutile dire che Benedetta finirà con l’innamorarsi di Kevin, l’ex carcerato suo coetaneo, mentre gli abitanti del paese, che nel frattempo si prepara alle prossime elezioni, saranno messi alla prova nelle loro convinzioni e pregiudizi, tra risate e momenti drammatici. Proprio la voce narrante di Benedetta guiderà lo spettatore nella vita scombinata della casa famiglia, un microcosmo di persone diverse e non convenzionali, “scarti” di una società che in genere è portata a ignorarli. La casa famiglia diventa la cornice del loro riscatto e la trama del film, in chiave di commedia, ci fa conoscere da vicino un mondo dove l’accoglienza e la solidarietà non sono un esercizio occasionale ma un modo di concepire l’esistenza.
Solo cose belle, nelle sale dal 9 maggio, è un film ispirato alla vita quotidiana delle case famiglia della Papa Giovanni XXIII, la comunità fondata da don Oreste Benzi. Protagonisti giovani attori esordienti come Idamaria Recati e Luigi Navarra (rispettivamente Benedetta e Kevin), attori professionisti come Giorgio Borghetti, Carlo Maria Rossi e Barbara Abbondanza, e ospiti delle stesse case famiglia della Papa Giovanni.
La regia del film è di Kristian Gianfreda, mentre la sceneggiatura è firmata da Andrea Valagussa, noto autore di fiction televisive di successo. “Il film è soprattutto una commedia che con il suo tono leggero arriva a chiunque abbia voglia di ascoltare, perché diverte emozionando e lo fa con delicatezza e rispetto, nonostante vengano affrontati temi difficili e attuali”, spiega il regista, “ci racconta che la bellezza è anche fatica, che la felicità non è sempre un regalo e che a volte passa attraverso le lacrime. Ed è per questo che le cose belle hanno un valore ancora maggiore”.