La «fiamma della speranza» si è accesa ieri sera a Torino con una cerimonia d’apertura colorata e delicata, il braciere dei Giochi Mondiali invernali Special Olympics, l’Olimpiade invernale degli atleti con disabilità intellettiva. La cerimonia d’apertura è stata realizzata da Wonder Studio di Marco Balich, lo stesso che ha curato oltre venti cerimonie olimpiche, tra cui Torino 2006 e che ha già in programma quella di Milano Cortina 2006, che il 5 marzo ha festeggiato i cento giorni dall'inizio della Paralimpiade.
Come per il movimento Olimpico e Paralimpcio la Cerimonia ha elementi fissi: prevede una staffetta che porta all’accensione del braciere la fiamma accesa in Grecia, il giuramento Special Olympics «Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze» e la dichiarazione di apertura ufficiale dei Giochi.
Che cos’è Special Olympics
Special olympics è oggi un movimento globale, 200 nazioni nel mondo, che, attraverso lo sport unificato (tramite il quale atleti con e senza disabilità intellettive hanno l’opportunità di giocare insieme nella stessa squadra), lavora per creare un mondo di inclusione, integrazione e rispetto, in cui ogni singola persona venga accettata e accolta, indipendentemente dalla sua capacità o condizione di disabilità.
Non a caso il suo logo internazionale, rosso in campo bianto, è composto da cinque persone stilizzate che uniscono le braccia a formare un mappamondo: la loro caratteristica è che non hanno due braccia ciascuna ma sei, due posizionate in basso a simboleggiare lo svantaggio di partenza, due all’altezza delle spalle per unirse le mani con le altre persone a mostrare l’unità globale e l’inclusività del movimento, due in alto a celebrare i traguardi raggiunti. Insieme queste braccia rappresentano anche il percorso compiuto dal movimento special durante la sua storia.
Storia e numeri di Special Olympics Italia
Special Olympics Italia, riconosciuta quale Associazione benemerita dal Comitato olimpico e paralimpico esiste dal 1983 e opera in tutte le regioni attraverso Team special olympics che allenano gli atleti in sport ufficiali, dimostrativi e sperimentali, anche con gare di sport unificato dove previsto.
Il movimento italiano è composto di oltre 12mila atleti e più di 4mila volontari. Oltre alle componenti organizzative e sportive, gli sponsor Special olympics Italia ha uno staff di direttori clinici: professionisti sanitari e medici volontari promotori dell’Healthy athletes program, un programma di visite gratuite studiate per migliorare lo stato di salute degli atleti Special Olympics, che in occasione degli eventi nazionali svolgono visite altamente qualificate e programmi di educazione sanitaria affinché gli atleti possano sviluppare tutte le loro potenzialità ed esprimersi al meglio, nello sport e nella vita.
UN'IDEA Di EUNICE KENNEDY, SORELLA DI JFK
Il primo embrione di Special Olympics risale ai primi anni cinquanta negli Stati Uniti. Ha preso forma da un’idea di Eunice Kennedy Shiver, sorella di John Kennedy, che constatava la grave discriminazione delle persone con disabilità intellettiva che all’epoca venivano nascoste e recluse, e da un campo estivo organizzato per loro nel cortile della propria casa.
Eunice conosceva bene bene la situazione per averla vissuta in casa, essendo cresciuta con l’altra sorella Rosemary, che aveva una disabilità intellettiva. Con Rosemarie Eunice nuotava, giocava a calcio, faceva sport, ma la disabilità di Rosemary era stata tenuta segreta dalla famiglia, fino a quando Eunice non si è presa la responsabilità di aiutarla a non nascondersi più. Un impegno che da privato è diventato pubblico, fino a farsi mobilitazione a livello mondiale.
LA STORIA FINO AL RICONOSCIMENTO OLIMPICO
Special Olympics come movimento è nato nel 1968, finanziato dalla Fondazione Kennedy e da vari enti. Attualmente la Fondazione Kennedy che oggi non è più il suo sostenitore economico ma continua a condividerne e diffonderne i principi e i valori culturali e a promuoverli nel mondo. La prima ufficializzazione è arrivata nel dicembre 1971 quando il Comitato olimpico degli Stati Uniti ha autorizzato Special Olympics di usare il nome “Olympics”, unica organizzazione a portesi fregiare di questo titolo, a parte il movimento olimpico.
Grazie a un protocollo d’intesa firmato il 15 febbraio 1988 il Comitato olimpico internazionale ha firmato una convenzione per il riconoscimento ufficiale di Special Olympics accettando di collaborare come rappresentante degli interessi degli atleti con disabilità intellettiva.
Il riconoscimento del Cio implica che le gare, gli allenamenti siano condotti nel rispetto degli ideali dell’olimpismo internazionale e l’impegno a proteggere e vigilare sull’uso del termine “olimpico”, preservandolo da abusi.
LA DIFFERENZA TRA SPECIAL OLYMPICS E MOVIMENTO PARALIMPICO
Special Olympics e il Comitato Paralimpico sono due organizzazioni distinte e separate, ognuna con i suoi obiettivi, metodi e regole. Entrambe sono riconosciute dal Cio (Comitato Olimpico Internazionale). Ma diversi sono le filosofie e gli obiettivi.
Special Olympics permette, attraverso lo sport, di concretizzare le proprie abilità. Gli eventi Special Olympics sono aperti a tutti e garantiscono ad ogni partecipante delle competizioni leali mediante un sistema di categorie di capacità ma non prevedono a differenza del movimento paralimpico un sistema di qualificazioni collegato alle prestazioni. Per Special Olympics l'eccellenza significa realizzazione personale, è valutata sulla base di obiettivi personali.
Ai Giochi Paralimpici invece il raggiungimento di prestazioni sportive di alto livello fissate dal Comitato Internazionale Paralympico. Soltanto gli atleti, classificati secondo categorie disabilità, che vantano le migliori prestazioni a livello internazionale possono partecipare alle Paralimpiadi. Mentre agli eventi internazionali special Olympics che si svolgono ogni anno viene invitata una rappresentativa nazionale chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei.
I GIOCHI DI TORINO 2025
I Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino, per la prima volta nella storia in Italia, coinvolgono fino al 15 marzo 1500 atleti provenienti da 102 delegazioni, 621 allenatori, 3.000 volontari, e migliaia di persone tra staff, personale medico, familiari, media, ospiti, delegati ed oltre 300.000 spettatori.
Distribuiti tra le sedi già olimpiche nel 2006 di Torino, Pragelato, Bardonecchia e Sestriere, i Giochi ospitano gare di sci alpino, sci nordico, snowboard, corsa con le racchette da neve, Floorball, pattinaggio artitico su ghiaccio, pattinaggio di velocità su ghiaccio e danza sportiva.
Il logo degli Special Olympics World Winter Games Torino 2025 è stato progettato per rappresentare in un una sintesi grafica la Mole antonelliana, le alpi e le piste di sci e lo snowboard. Insieme, i simboli rappresentano l’inclusione e l’unità di Special Olympics e dei suoi World Winter Games.