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venerdì 13 dicembre 2024
 
le proteste
 

Il vescovo di Trieste: «Basta con gli atti di forza, si cerchino soluzioni pacifiche»

19/10/2021  L’appello di mons. Giampaolo Crepaldi sugli scontri che da giorni infiammano il Porto (che è operativo) e la città contro il Green pass obbligatorio: «La strada da percorrere non è quella della dura e irriducibile contrapposizione, ma quella del dialogo, del reciproco ascolto delle ragioni dell’altro nella ricerca di soluzioni veramente rispettose della persona umana, del bene comune e della democrazia»

Il vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, 74 anni
Il vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, 74 anni

«Seguo con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione che da questa mattina si è venuta a creare con lo sgombero attuato dalle Forze dell’Ordine del varco 4 del Punto Franco Nuovo di Trieste e che continua ora con partecipate manifestazioni nelle strade della città e in Piazza dell’Unità. Come Vescovo della Chiesa di Trieste sono ad invitare tutti – in particolare le Istituzioni e i manifestanti – a ricercare soluzioni pacifiche alle questioni sul tappeto, liberando il campo da atti di forza che non portano a nulla se non a esacerbare gli animi, già molto provati, e a possibili strumentalizzazioni».

È l’appello dell’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, dopo lo sgombero del varco 4 del Porto iniziato lunedì che è presidiato da un imponente sistema di sicurezza. Dopo le proteste degli scorsi giorni, sul posto martedì mattina ci sono pochi manifestanti, una ventina, che sono stati allontanati quando hanno tentato di raggiungere il parcheggio o lo spazio davanti al Varco stesso. La strada dei Campi Elisi che conduce all'accesso al Porto è parzialmente bloccata al transito. L'operatività del Porto continua ad essere garantita attraverso il Varco 1 che è regolarmente aperto e, anche quello, presidiato dalle forze dell'ordine.

«La strada da percorrere non è quella della forza e della dura e irriducibile contrapposizione, ma quella del dialogo, del reciproco ascolto delle ragioni dell’altro nella ricerca di soluzioni veramente rispettose della persona umana, del bene comune e della democrazia», continua mons. Crepaldi, «nella preghiera incessante che in questi momenti rivolgo al Signore pongo tutti sotto la protezione di Sant’Andrea Apostolo, patrono del Porto di Trieste, affinché questo periodo così complicato e doloroso serva, attraverso un nobile e disinteressato discernimento, a far maturare per la nostra amata città una stagione di rinnovata e operosa amicizia sociale e civile».

Lunedì è stata una giornata di scontri, sia pure contenuti, tra i manifestanti contro il Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro e la polizia in assetto antisommossa. Di primo mattino, è arrivato Stefano Puzzer, il leader (dimissionario) della protesta.

Poco dopo, dal porto escono i blindati della Polizia. I manifestanti li aspettano seduti a terra, perché - cantano in coro - «la gente come noi non molla mai». Puzzer è seduto abbracciato «ai fratelli» portuali. Davanti a lui e ai manifestanti - donne e uomini di ogni età - c'è la polizia in tenuta antisommossa che chiede lo sgombero dell'area antistante il porto. La resistenza contro il Green pass continua, vengono azionati gli idranti una prima volta. Durante la mattinata avverrà numerose altre volte. Ci sono momenti di tensione tra forze dell'ordine e manifestanti. A passo lento la Polizia, dopo aver aggirato il primo blocco di portuali, guadagna terreno. Infine vengono sparati lacrimogeni. C'è un fuggi fuggi generale, panico, dolore agli occhi. La polizia segue la folla che si allontana verso la strada principale, poi si ferma incerta. Finché in testa al corteo non arriva il leader, Puzzer. Si va verso piazza Unità: «vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche là», dice il portuale. Il corteo, pacifico, percorre le strade della città per poi tornare di nuovo in piazza. Si chiede di stare seduti e tranquilli, perché non si ripetano le cariche. Il bilancio dei disordini di lunedì mattina al Porto, secondo la Questura, è di cinque persone denunciate, tre poliziotti feriti non in modo grave. Nel pomeriggio la protesta continua. Alcuni manifestanti prendono di mira i giornalisti, durante due dirette con Rainews 24 e l'emittente locale Tele4. Volano insulti, «venduti», «vergogna», poi alcune telecamere vengono allontanate dalla piazza. Puzzer continua nel suo ruolo di mediatore. Sale in Prefettura, chiede un incontro con il Governo nell'arco di due-tre giorni. Ma al porto continuano le cariche delle forze dell'ordine. «Noi qui siamo oltre 5 mila - dice Puzzer - al porto 150 persone. Non li abbandoniamo, li faremo venire in piazza».

I contestatari hanno chiesto un incontro con il Governo ed è quello l'obiettivo che si vuole raggiungere continuando a presidiare la piazza. Per la Questura sono presenti circa tremila persone. In zona Campi Elisi, vicino al porto per tutto il pomeriggio è guerriglia, cassonetti trascinati in strada, lancio di oggetti e ancora cariche. Sempre nel pomeriggio un boato si avverte proprio in quella zona, qualcuno pensa a un fumogeno, altri addirittura a una bomba carta, fumo bianco sale dalla strada. Mentre in centro si festeggia l'elezione del sindaco, Roberto Dipiazza, in vari punti della città risuonano echi di sirene. Lontano dal frastuono, però, la situazione fa riflettere. La manifestazione dei portuali contro l'obbligatorietà del Green pass sul posto di lavoro ha sancito per Trieste il titolo di capitale della protesta no vax o, più in generale, no Green pass. È soltanto una ufficializzazione: nelle ultime settimane aveva già preso corpo in città un tenace schieramento di protesta - che a Trieste in particolare, trova terreno fertile anche in mai sopite spinte indipendentiste - e che ha esibito la sua forza in varie manifestazioni fino all'ultima protesta con 15mila persone. Stefano Puzzer, ha saputo cavalcare questo malumore ma i No Green pass stavano per scippargliela dalle mani - per numero di partecipanti e per capacità mediatica - Lui ha mostrato grande abilità nel mollare i portuali dimettendosi e nel mettersi alla testa dei manifestanti. E da Trieste, dopo aver occupato piazza Unità d'Italia, invitare tutti gli italiani che sono contro il Green pass, a venire in città e a far sentire la loro voce.

 
 
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