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martedì 10 settembre 2024
 
cultura
 

Trieste ospita il 39° Congresso IBBY: la letteratura per l’infanzia insegna a volare

02/09/2024  Si è conclusa la kermesse che per la prima volta ha scelto il capoluogo giuliano come sede. Con 630 delegati da 60 Paesi, l'evento ha ribadito l'importanza della letteratura per l’infanzia come strumento di cambiamento sociale. I giovani lettori presenti hanno sottolineato il potere liberatorio della lettura

Chiude i battenti il 39° Congresso di IBBY-International Board on Books for Young People – “Join the revolution! Givin every child good books” - che per la terza volta ha scelto l’Italia come sede di questo importante appuntamento e, per la prima volta Trieste, città capoluogo del Friuli Venezia Giulia, una delle regioni più attive nella promozione del libro e della lettura per bambini e giovani adulti, grazie anche a LeggiAMO 0-18, una città con una storia letteraria importante che ha recentemente ottenuto il riconoscimento di “Città che legge” dal Cepell e di “City Learning” dall’UNESCO. In una Trieste ancora arroventata dal caldo torrido di questa fine agosto, 630 delegati, in rappresentanza di 60 Paesi, si sono incontrati per quattro giorni per continuare a coltivare, insieme, quel sogno nato dal cuore di Jella Lepman - giornalista e scrittrice di famiglia ebraica nata in Germania e emigrata in Inghilterra per sfuggire alla persecuzione nazista – di promuovere la letteratura e la lettura per l’infanzia e l’adolescenza come motore di cambiamento.

Ma, a distanza di oltre 70 anni dalla sua fondazione avvenuta nel 1953 a Zurigo, la mission di Ibby, ha ancora una sua attualità? Davvero la letteratura e la lettura per l’infanzia e l’adolescenza sono e possono essere ancora oggi motore di cambiamento? A sentire le voci del gruppo dei giovani lettori, gli Young Readers, presenti e attivi al Congresso per la prima volta nella storia di Ibby in rappresentanza di Italia, Austria, Germania e Slovenia, sembra proprio di sì. Di fronte a un pubblico di addetti ai lavori hanno affermato con grande consapevolezza che «la lettura deve essere un atto collettivo di liberazione […] che spaventa il potere perché un popolo che legge è meno manipolabile e meno controllabile», che «un libro educa alla lentezza e alla pazienza, ma aiuta anche a conoscere e riconoscere le emozioni» e allo stesso tempo «a differenza dell’informazione, offre orizzonti, prospettive, visioni sul mondo» e che «per educare i bambini è necessario educare prima i genitori sui benefici della lettura». «Per me è stata una wake-up-call, una chiamata al risveglio» ci spiega Teresa Sparago, 17 anni (Italia) «essere qui è stata proprio un’occasione per dire che anche noi abbiamo una voce e vorremmo provare a insegnare qualcosa agli adulti». Per Gaia Luce Zanchettin, 13 anni (Italia) «far sentire la nostra voce è molto importante perché sulle cose che ci riguardano, come pure nella lettura, è necessario che gli adulti discutano con noi». «Trovo che aver invitato anche dei giovani lettori per dare la propria opinione» afferma Ettore Costadura, 17 anni (Germania) «sia un grande passo avanti per collaborare insieme al cambiamento». Per Gaia Luce la lettura è stata un modo per capire «quanto i libri possano unire due mondi completamente diversi e possano connettere le persone che magari non si sono mai viste, non si incontreranno mai ma hanno in comune quel libro e quel desiderio di sapere di più sulla vita»; per Teresa leggere “Dalla stessa parte mi troverai” di Valentina Mira, per esempio, ha significato «fare quel passo in avanti che rompe la scatola dove eri chiuso e ti fa vedere il mondo» e per Ettore il libro di Beppe Fenoglio, “Una questione privata”, è stato un modo per «confermare un pensiero politico che già avevo, frutto dell’esperienza di mio nonno che era partigiano, e impegnarmi sempre di più per la giustizia e i diritti umani».

Le giornate triestine hanno preso avvio da una consapevolezza: è il “noi” il vero motore del cambiamento. Come ha affermato Elisabetta Lippolis, vicepresidente di Ibby Italia e neo-eletta nel Comitato Esecutivo di Ibby international «lavorare insieme è il modo migliore per operare a favore dei bambini perché la forza sta sempre nella rete delle persone». Non è mancato un ricordo della presidente uscente, Sylvia Vardell per «chi continua a servire l’infanzia in situazioni di guerra e di crisi. I bambini sono innocenti e a loro, che soffrono in tutto il mondo, va il nostro pensiero. L’eredità di Jella Lepman – cui è stata dedicata una mostra visitabile a Trieste fino all’8 settembre, ndr - ci ricorda che lavoriamo per la speranza e la conciliazione. I libri sono atti di pace per tutti i bambini del mondo».

Di grande impatto gli interventi di apertura offerti da Michael Rosen e Roberto Piumini. Rosen, attraverso il coinvolgimento attivo dei congressisti in una sorta di performance collettiva, ha toccato i temi dell’esegesi della risposta del lettore, del potere che passa da chi scrive a chi legge e, attraverso il ruolo delle comunità di lettori e delle comunità interpretative, si fa discussione, confronto e cambiamento; delle storie come “abilitatrici” per tutti e del passaggio dalla ricerca alla scrittura senza dimenticare mai il canale dell’empatia. Piumini, invece ha sottolineato il ruolo fondamentale della poesia narrativa, che attraverso il ritmo, la rima e la ripetizione racconta una storia. Perché «la poesia può narrare a modo suo» e se lo fa come parola in azione, attraverso il teatro, la musica e i luoghi costruisce una «“tra-dizione”, non rivolta al passato ma al presente. Perché la lettura è una ripresa integrale della propria memoria».

In fondo è sempre la bellezza a salvare il mondo. E se questa passa anche dalla lettura e dalla letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, il cambiamento non tarderà ad arrivare.

 

foto: IBBY International Congress 2024

Luisa Pozzar

 
 
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