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Un accordo segreto o quasi, anche per i parlamentari

06/07/2016  Si chiamano “reading room” e sono gli unici luoghi in cui deputati nazionali ed europei possono visionare i testi oggetto delle negoziazioni tra Ue e Usa. Possono esser letti, ma non copiati e tanto meno divulgati. Un modo per cercare di bilanciare la segretezza di documenti riservati con l'informazione ai rappresentanti eletti. Ma si moltiplicano le voci contro le restrizioni.

Niente telecamere, né macchine fotografiche, tantomeno telefoni cellulari. Banditi registratori vocali, computer portatili, laptop o anche solo le vecchie macchine da scrivere cadute in disuso almeno da un quarto di secolo. Consentiti solo un foglio e una penna per prendere appunti purché non siano troppo dettagliati o riportino fedelmente le parole contenute nei documenti ufficiali. La macchina del tempo a quanto pare esiste ed è tutto merito delle trattative del TTIP.
I testi che i negoziatori si stanno scambiando sono top secret per tutti, eccezion fatta per quanti seguono direttamente i “round” che vedono contrapposti Stati Uniti ed Europa. Tanta segretezza è giustificata, secondo i funzionari Ue, con l'esigenza di non divulgare le valutazioni maturate sulla sponda orientale dell'Atlantico e non dare così un “vantaggio competitivo” ai negoziatori statunitensi. Che, da parte loro, hanno chiesto (e ottenuto dagli omologhi europei) di mantenere segreti tutti gli atti in corso di trattativa, fin quando non ci sarà esplicita autorizzazione USA alla loro divulgazione.
Una parzialissima deroga al divieto pressoché assoluto di lettura dei testi ufficiali finora discussi nelle 13 sessioni di confronto Usa-Ue è concessa ai rappresentanti del popolo democraticamente eletti: parlamentari europei e parlamentari nazionali. Persino i membri dei governi nazionali non hanno spesso cognizione diretta del contenuto di quelle carte. Ma anche chi ha diritto a leggere i documenti, è soggetto a regole severissime. Talmente ferree da essere additate da più parti come un esempio dell'assenza di democrazia che contraddistinguerebbe il Trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti.
A far crollare il primo mattone del muro di segretezza voluto dalla Commissione Ue è stato un europarlamentare irlandese, Luke Flanagan, membro del gruppo Sinistra Europea, che ha raccontato la sua “conoscenza” con i documenti del TTIP in un cliccatissimo video (LINK https://www.youtube.com/watch?v=psLJ0lECmSw). Tutto ruota attorno a una “reading room”, stanza di lettura (sarcasticamente ribattezzata dai critici “camera dei segreti”), dove sono contenuti i testi oggetto delle trattative. L'eurodeputato – grazie a una microcamera nascosta nella giacca di un suo assistente – mostra le prescrizioni impartite dal funzionario Ue che “sequestra” ogni dispositivo elettronico all'ingresso e fa firmare un impegno a non divulgare i contenuti letti né a trascriverli parola per parola. Tra le indicazioni c'è persino un suggerimento a “entrare rapidamente nella stanza” dopo lo sblocco della porta per evitare di far scattare l'allarme. 

STANZE SORVEGLIATE ANCHE NEI SINGOLI STATI

Ma tante precauzioni non sono prerogativa solo del Parlamento europeo. Anche nei singoli Stati Ue sono state attivate analoghe stanze di lettura. E, stando ai racconti dei deputati, il livello di segretezza è analogo. “I parlamentari possono esaminare i documenti solo sotto supervisione e sono autorizzati solo a prendere appunti, senza poter fare copie dei documenti” spiega all'agenzia di stampa tedesca Deutsche Welle la parlamentare tedesca dei Verdi, Catherine Droge, che ricorda inoltre come alla “camera” istituita nella sede del ministero federale dell'Economia si venga ammessi a gruppi di massimo 8 persone dopo essere stati informati che “ogni membro del Parlamento che renda pubblico il contenuto dei documenti va incontro a una pena detentiva”.
 In Italia, la stanza di lettura è arrivata con mesi di ritardo rispetto ad altri Stati, complice – si giustificano dal governo – l'assenza del titolare del ministro dello Sviluppo economico, dicastero competente in Italia per le questioni legate al TTIP e rimasto vacante per 40 giorni, prima che Carlo Calenda a inizio maggio prendesse il posto di Federica Guidi dimessasi a fine marzo. L'apertura ufficiale della reading room nella stanza 41 della sede del ministero a Via Veneto è avvenuta il 30 maggio, con regole (LINK AL QUALE SCARICARE IL DOCUMENTO PDF CHE FISSA LE REGOLE https://stopttipitalia.files.wordpress.com/2016/05/regole-sala-lettura.pdf) aspramente criticate da numerosi deputati: due turni al mattino, due al pomeriggio. Tempo massimo consentito per la visione: un'ora. Un lasso di tempo considerato troppo breve per permettere, a chi non è addetto alla materia, di orientarsi in un contenuto estremamente tecnico. Per ogni turno, potranno accedere massimo quattro parlamentari, che entreranno nella stanza scortati dai carabinieri e osservati in ogni momento da un responsabile di sala. Confermato il divieto di dispositivi elettronici e di divulgazione di qualsiasi informazione a terzi.
“L’apertura della sala di lettura in Italia è una conquista figlia della mobilitazione dei cittadini che sarà completa solo se i nostri parlamentari potranno accedere ai documenti integrali e senza limiti di tempo – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della campagna StopTTIP Italia – Il ruolo dei Parlamenti nazionali è fondamentale, un passaggio di democrazia che non deve essere svuotato della sua importanza”.

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