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Nella notte fra venerdì 15 agosto e sabato 16 agosto il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin si sono incontrati nella base militare statunitense di Elmendorf-Richardson, in Alaska, per un vertice durato circa tre ore: obiettivo dichiarato, ma ottimistico, cercare un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina, missione che Donald Trump a inizio mandato aveva annunciato di porter portare a conclusione in pochi giorni.
L’incontro riservato, cui non hanno partecipato rappresentanti né dell’Ucraina né dell’Unione europea, si è concluso con una conferenza congiunta nella quale i due leader si sono scambiati complimenti e apparenti cortesie, ma dalla quale si è compreso che un accordo non è emerso anche se non si sa con che cosa i due si siano detti esattamente.
Trump ha fatto capire implicitamente nella conferenza stampa che non è stato trovato un accordo, pur definendo l’incontro «estremamente produttivo» e parlando di significativi passi avanti senza che si siano esplicitati contenuti più dettagliati.
Sono molti gli analisti internazionali a leggere una vittoria morale di Putin accolto come un capo di Stato e la sostanziale sconfitta di Trump che non ha ottenuto neppure il cessate il fuoco che sembrava l’obiettivo minimo alla vigilia
.«Le immagini da Anchorage», ha commentato Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice presso il Centro Russia, Caucaso e Asia Centrale dell'ISPI, sul sito dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, «restituiscono l’idea di un Putin che ha dominato la scena e di un Trump reticente e vago, anche nel dare informazioni sul vertice. È un dato preoccupante. Le aspettative non erano elevatissime, anche perché lo stesso Trump aveva dichiarato che si trattava di un summit conoscitivo per sondare la situazione. Il fatto, però, che non abbiano citato neanche uno dei punti concreti oggetto di discussione è molto preoccupante. Occorrerà aspettare che Trump senta gli alleati per sapere qualcosa di più, ma al momento l’immagine che emerge è quella di una prova di forza di Putin, che se la rivenderà bene sia a livello interno che nel Sud Globale, e di un buco nell’acqua per Trump».





