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sabato 23 settembre 2023
 
INDUSTRIA BELLICA
 

Ucraina e Taiwan, le crisi gonfiano le spese militari: 2.240 miliardi di dollari nel 2022, è record

24/04/2023  Secondo le stime pubblicate dal Sipri, l'autorevole Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, l'anno scorso, nel mondo, i Governi hanno aumentato del 3,7% complessivo, in termini reali, i finanziamenti per le forze armate e per l'acquisto di sistemi d'arma. Crescono gli stanziamenti Usa. Impennata di Russia, Cina e Nato in generale. Segnalati anche significativi incrementi di India, Arabia Saudita ed Etiopia

Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, visita una fabbrica di carri armati a Omsk, il 9 febbraio 2023. Queste foto e quella sopra (carri armati Leopard di vecchia generazione attendono di essere ammodernati in Belgio prima di essere inviati in Ucraina) sono dell'agenzia di stampa Reuters. La foto di copertina, invece, è dell'agenzia di stampa Ansa.
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, visita una fabbrica di carri armati a Omsk, il 9 febbraio 2023. Queste foto e quella sopra (carri armati Leopard di vecchia generazione attendono di essere ammodernati in Belgio prima di essere inviati in Ucraina) sono dell'agenzia di stampa Reuters. La foto di copertina, invece, è dell'agenzia di stampa Ansa.

È un record. A suo modo storico.  Stando alle stime pubblicate il 24 aprile dal Sipri, l'autorevole Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma, l'anno scorso, nel mondo, i Governi hanno aumentato del 3,7% complessivo, in termini reali, i finanziamenti per le forze armate e per l'acquisto di sistemi d'arma.Trainate dalle crisi che affliggono il pianeta (l'invasione russa dlel'Ucraiana, le tensioni crescenti tra Cina e Taiwan, ma anche le tante guerre africane), nel 2022 le spese militari hanno raggiunto, complessivamente, i 2.204 miliardi di dollari.

Una fabbrica della Lockheed Martin a Troy, in Alabama (Usa), dove vengono prodotti i sistema anticarro Javeline. La foto (dell'agenzia di stampa Reuters) è stata scattata il 3 marzo 2022.
Una fabbrica della Lockheed Martin a Troy, in Alabama (Usa), dove vengono prodotti i sistema anticarro Javeline. La foto (dell'agenzia di stampa Reuters) è stata scattata il 3 marzo 2022.

Secondo i dati diffusi il 24 aprile la spesa militare degli Usa è aumentata dello 0,7%, raggiungendo gli 877 miliardi di dollari: gli Stati Uniti restano di gran lunga al vertice della classifica, con il 39% della spesa militare globale (3 volte maggiore del Paese al secondo posto, la Cina). Pechino ha aumentato la propria spesa militare per il 28° anno consecutivo (+4,2% a 292 miliardi di dollari) raggiungendo il 13% della quota globale. A causa del conflitto sul territorio ucraino iniziato con l’invasione decisa da Putin si stima che la spesa militare della Russia sia cresciuta del 9,2% nell’ultimo anno, raggiungendo gli 86,4 miliardi di dollari (terzo Stato al mondo). L’Ucraina è entrata per la prima volta nella top 15 (all’11° posto) a causa di un enorme aumento del 640% della propria spesa militare.

Nel 2022 la spesa militare europea è aumentata del 13%, il più grande incremento annuale nella regione nel periodo successivo alla Guerra fredda. La spesa totale di tutti i 30 membri della Nato ammonta a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, pari al 55% della spesa complessiva. L'Italia figura al dodicesimo posto con 33,5 miliardi di dollari seguita da Australia (32,3 miliardi di dollari), Canada (26,9) e Israele (23,4).

L'India ha aumentato la propria spesa militare del 6 per cento quasi quanto il Giapppone (+5,9%). L'Arabia Saudita ha registrato + 16%, superando in graduuatoria Regno Unito (+3,7%), Germania (+2,3%) e Francia (+0,6%). In Africa il balzo in avanti più rilevante è dell'Etiopia.  

Francesco Vignarca, 48 anni, a New York, non lontano dal Palazzo di Vetro, quartiere generale delle Nazioni Unite.
Francesco Vignarca, 48 anni, a New York, non lontano dal Palazzo di Vetro, quartiere generale delle Nazioni Unite.

«I dati dell’Istituto di ricerca svedese confermano le preoccupazioni evidenziate dalla Dichiarazione congiunta della Campagna internazionale contro le spese militari (Gcoms), diffusa durante le Giornate di Mobilitazione globale, focalizzata soprattutto sulla minaccia esistenziale derivante dalla crisi climatica»,, ha commentato Francesco Vignarca, Coordinatore delle Campagne nella nuova Rete Italiana Pace e Disarmo  .«Secondo le organizzazioni partecipanti l’aumento continuo delle spese militari “è incoerente con gli sforzi per raggiungere gli obiettivi essenziali di emissioni e aggraverà, non arginerà, l’emergenza climatica. La guerra e i conflitti armati non portano solo morte e distruzione, ma anche devastazione dell’ambiente e distruzione del clima”. Nonostante i Governi continuino a ripetere che sono spese utili per la difesa “alla fine ci renderanno indifesi di fronte alla minaccia esistenziale rappresentata dalla crisi climatica”».

«Per tali motivi», ha ricordato Vignarca, «la Campagna Gcoms chiede con urgenza ai Governi di cambiare rotta e concentrarsi su tagli rapidi e profondi alle spese militari, che alimentano la corsa agli armamenti e la guerra; di smilitarizzare le politiche pubbliche, comprese quelle destinate ad affrontare la crisi climatica; di attuare politiche incentrate sull’umanità e sulla sicurezza comune, che proteggano le persone e il pianeta e non l’agenda del profitto delle industrie delle armi e dei combustibili fossili; di creare strutture di governance e alleanze basate sulla fiducia e la comprensione reciproca, sulla cooperazione e sulla vera diplomazia, in cui i conflitti vengono risolti attraverso il dialogo e non con la guerra»

 
 
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