Il 25 aprile dovrebbe essere una festa che unisce gli italiani, in memoria di un giorno tanto significativo nella nostra storia, la fine di una guerra, dell’occupazione nazista. Eppure diventa l’occasione per polemiche divisive, atteggiamenti polemici da parte di alcuni politici, rivendicazioni ideologiche, rancori che dovrebbero essere stati sanati dal tempo e dalla storia. Forse oggi più che mai è importante non perdere di vista la memoria storica di quanto è successo, a partire dalle giovani generazioni. E a loro è rivolto un romanzo della giornalista di Famiglia Cristiana Fulvia Degl’Innocenti, edito da San Paolo, dal titolo significativo Cattive memorie. Una storia ambientata ai giorni nostri a La Spezia, città Medaglia d’oro della Resistenza, con incursioni nella seconda guerra mondiale. Il protagonista è Andrea, un ragazzo di sedici anni che nel corso di un lavoro scolastico di preparazione a una gita ad Auschwitz per il Giorno della memoria, raccoglie la confidenza di un’anziana cugina che getta un’ombra sul passato del suo amato bisnonno, da qualche anno scomparso, e che lui aveva ritenuto essere stato un partigiano. Una battuta buttata lì quasi per caso ne fa invece un presunto collaborazionista. Deciso a scoprire la verità Andrea compie una sua personale indagine a partire dai documenti custoditi nell’Istituto storico della Resistenza. Quello che scopre lo getta in uno stato di profonda angoscia, che va a inserirsi i nella sua crisi adolescenziale, a cui contribuisce anche la sua situazione famigliare, con una padre che non vede mai perché vive all’estero a inseguire un suo sogno, e una madre che ha un nuovo compagno e due bambini piccolini. Una volta raggiunto Auschwitz con la classe si acuisce il senso di colpa che sente sulla sua pelle per quello che crede abbia commesso il bisnonno, denunciando una famiglia ebrea mandata poi a morire nel campo di sterminio. «L’idea del romanzo», dichiara l’autrice, «mi è venuta da una domanda: cosa proverebbe chi scopre che una persona da cui è stato amato e a cui ha voluto bene si è macchiata di un crimine orrendo? Che sensazione proverebbe al pensiero di essere stato toccato, accarezzato da mani colpevoli? Ho deciso di far vivere questo dilemma a un giovane dei giorni nostri, che si trova così catapultato nella storia della seconda guerra mondiale, quando tra gli italiani c’era chi si schierò dalla parte della libertà e della giustizia e chi da quella del potere e della negazione dei diritti». Cruciale per far uscire Andrea dal tunnel dell’autodistruzione in cui l’ombra della colpa lo ha gettato è l’amicizia con una ragazza conosciuta in biblioteca, molto diversa da lui, solare ed energica, che saprà affiancarlo nella sua ricerca della verità.
«Il titolo del libro», prosegue l’autrice, « fa riferimento sia alla Giornata della memoria che viene ricordata in tutte le scuole, e all’importanza di coltivare la propria personale memoria del passato. I ragazzi sono molto sensibili ad argomenti come questi, sono affamati di storie e di Storia, e credo che la letteratura abbai un compito centrale nel tenere vivo il ricordo di quegli eventi e delle responsabilità del nostro popolo così come della lotta per la Liberazione».