In Kenya, a Nairobi,
regna ancora il terrore: 62 i morti al centro commerciale ma all'alba
di oggi si sentivano ancora raffiche di mitra. Chissà cosa avrebbe
detto del terrorismo islamico una keniana come Wangari Maathai,
scomparsa due anni fa, domenica 25 settembre 2011.
Prima donna africana
premio Nobel per la pace nel 2004, Maathai aveva studiato alla scuola
elementare delle Missionarie della Consolata di Nyeri, dove era nata
per finire all’università negli Stati Uniti, dalle suore
Benedettine. Da lì una lunga serie di record, prima donna keniana a
conseguire un dottorato in biologia, prima donna a ottenere una
cattedra di veterinaria all’Università di Nairobi.
Nel 1977 creò
un’associazione per la salvaguardia dell’ambiente, il Green Belt
Movement, che ha piantato più di trenta milioni, dagli anni Ottanta
ad oggi in diversi Paesi africani.
Mama Miti, la
chiamavano in Kenya, “madre degli alberi”, con il suo bel sorriso
caldo e il suo stile diretto, sarebbe piaciuta a Papa Francesco
perché poneva sempre l'accento sul valore non solo biologico ma
spirituale, profondo, della natura.
Intervenendo a
Copenhagen nel 2009 al Vertice sui cambiamenti climatici disse:
“Siamo parte dell’ambiente e dobbiamo consolare e riconciliarci
con l’ambiente. Continuiamo a piantare alberi, a costruire terrazze
per evitare l’erosione che distrugge e porta via il terreno
fertile, a ridare vita alle nostre foreste”.
Questa donna kikuyu era
innamorata del Creato e aveva subito diversi atti di violenza e
arresti da parte della polizia solo per aver piantato alberi e
criticato alcune scelte urbanistiche a Nairobi.
Dopo anni di lavoro era
riuscita a coinvolgere migliaia di persone in una battaglia in cui le
donne erano finalmente protagoniste.
La difesa dell'ambiente non era
così solo il fine del movimento, ma anche lo strumento del loro
riscatto.
“La sfida è ridare
ai nostri figli un mondo di bellezza e meraviglia” come disse la
Maathai ricevendo il Nobel per la Pace ad Oslo. A Roma,
l’associazione “Adea amici degli alberi” ha ricordato la sua
figura al Parco di Tor Fiscale. L’incontro riservato a tutti gli
amici degli alberi è avvenuto sotto la chioma di un grande platano
dedicato alla stessa Wangari, con letture dei suoi discorsi e alcuni
brani tratti dai suoi messaggi dedicati agli alberi.