Quattro righe, una dichiarazione asciutta. «Berlusconi venga a scontare la sua condanna in una cooperativa sociale o un'associazione del Cnca», dice don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). «Siamo pronti ad accoglierlo. Essendo stato uno dei protagonisti dell'affossamento dello stato sociale nel nostro Paese, potrebbe finalmente verificare di persona quanto di buono fanno, ogni giorno, gli operatori sociali».
Il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza è un'associazione di promozione sociale radicata sul territorio a cui aderiscono circa 250 organizzazioni
presenti in quasi tutte le regioni d'Italia, fra cooperative sociali,
associazioni di promozione sociale, enti di volontariato, comunità religiose. Opera in tutti i settori del disagio e
dell'emarginazione, con l'intento di promuovere diritti di cittadinanza e
benessere sociale. La Federazione è nata agli inizi degli anni Ottanta,
quando persone impegnate sul fronte delle tossicodipendenze, del
disagio giovanile, dei senza fissa dimora, dell'handicap sentirono il
bisogno di unirsi per formare un movimento culturale che, a partire dai
temi della povertà e dell'esclusione, fosse in grado di contribuire a un
più giusto modello di sviluppo e di proporre proposte politiche e stili
di vita adeguati alle sfide dei tempi presenti.
Complessivamente
in un anno i gruppi associati alla Federazione si fanno carico di 4.000
nuclei familiari e 45.000 persone.