Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 12 settembre 2024
 
FIRENZE
 

«Vescovi e sindaci insieme per difendere i diritti: di tutti, senza frontiere»

26/02/2022  Monsignor Antonino Raspanti, vice presidente della Conferenza episcopale italiana, ed Enzo Bianco, già primo cittadino di Catania e ora presidente del consiglio dell'Anci (che coordina gli 8000 Comuni d'Italia), spiegano gli obiettivi e i risultati auspicati del summit "Mediterraneo, frontiera di pace" giunto alle sue battute finali, con negli occhi e nel cuore la tragedia dell'Ucraina

Sopra, l'inizio dell'ultimo giorno dei lavori del summit "Mediterraneo, frontiere di pace" a Palazzo Vecchio, Firenze. In alto,Enzo Bianco, 71 anni. In copertina, monsignor Antonino Raspanti, 62. Foto Famiglia Cristiana/Luciano Regolo.
Sopra, l'inizio dell'ultimo giorno dei lavori del summit "Mediterraneo, frontiere di pace" a Palazzo Vecchio, Firenze. In alto,Enzo Bianco, 71 anni. In copertina, monsignor Antonino Raspanti, 62. Foto Famiglia Cristiana/Luciano Regolo.

«Oggi noi qui abbiamo un compito importante: aprire un percorso; aiutare l'Europa, fin qui forse troppo attenta al Nord, a guardare al Sud». Enzo Bianco, 71 anni compiuti qualche giorno fa proprio a Firenze, già primo cittadino di Catania e oggi presidente del consiglio dell'Anci, l'associazione che coordina gli 8000 Comuni d'Italia, ha introdotto, nella splendida cornice della  Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, i lavori del summit "Mediterrano, frontiera di pace" giunto alle sue battute finali, con negli occhi e nel cuore la tragedia che si sta consumando in Ucraina.

«È inutile negare che i lavori sono stati segnati dalle notizie che arrivano da Kiev e dalle altre città ucraine», ha confermato monsignor Antonino Raspanti, 62 anni, vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). «È stato importante lo spirito di collaborazione e d'intesa tra autorità relisioe e civili di fronte a questa emergenza», ha aggiunto il vescovo di Acireale. «Ci sono già intese, ha assicurato il vescovo di Vilnius, per accogliere 100 mila rifugiati tra le Repubbliche baltiche e altri Paesi dell'Europa dell'Est. Altri saranno assistiti in Polonia. Questo è un aspetto molto importante per il grande di flusso di rifugiati che sta abbandonando l'Ucraina»

«Paradossalmente è come se la drammacità di queste ore abbia spinto ciascuno di noi a parlare più liberamente, a espriemere il dolore e le difficoltà delle comunità d'appartenenza, il che ha reso più agevole trovare soluzioni concrete», ha oprecisato monsignor Raspanti. «Siamo riusciti a portare a termine alcuni obiettivi che erano stati indicati a Bari, nel febbraio 2020. Il primo aspetto importante ha riguardato i giovani: pensiamo a una serie di prfogetti finanziati e riuscit per l'educazione, la formazione culturale e l'avviamento al lavoro. Un altro aspetto molto importanter ha riguardato e riguarda la gestione dei flussi migratori. Corridoi umanitari, ma non solo. Si è ancora una volta ervidenziato che la mobilità non è di per sè negativa, nel senso che può propiziare incontri e arricchimenti cuturali reciproci, ma la sfida è riuscire ad aiutare le persone costrette ad andare via dal proprio Paese a tornare, una volta formate e a patto di garantire loro le ciondizioni di pace, di giustizia e di sviluppo economico-sociale».

Uno spirito, quello descritto da Bianco e da monsingor Raspanti, che di certo troverà eco nella Carta  che verrà firmata alle 12, nel cui testo, si auspica, venga anche evidenziata la ricerca della pace e ladifesa dei diritti umani (tutti e per tutti). Dirtti che non devono conoscere alcuna frontiera.

«Vedere l’uno di fronte all’altro anche in un contesto così drammatico, tutti i primi cittadini e le autorità religiose delle città che si affacciano sul Mediterraneo è stato emozionante, ma anche incoraggiante, perché dà il senso della forza che può venire dal dialogo», ha concluso Bianco. «Che cosa possono fare i sindaci di fronte a gravi crisi internazionali come quella che stiamo vivendo? Innanzitutto infondere speranza e coraggio alla comunità, questa è la cosa più importante. Abbiamo percepito anche qui in Italia, nelle famiglie un’angoscia e una preoccupazione crescente, il nostro impegno principale sarà rasserenare le persone e poi far sì ciascuno nei propri ambiti che anche ricorrendo a mezzi di pressione si arrivi a far finire al più presto l’aggressione russa per riprendere il dialogo e la strada verso una soluzione negoziale. Già nello scorso agosto le nostre città si sono distinte dando disponibilità ad accogliere in poche ore, in pochi giorni 5000 profghi afghani».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo