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martedì 25 marzo 2025
 
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Viaggio nel Policlinico Gemelli, eccellenza della sanità in Italia

06/03/2025  Nel reparto noto come "Vaticano tre", lo stesso che ospitò più volte Giovanni Paolo II. Non è una suite, ma un'ala riservata dell'ospedale, con stanze mediche e una cappella. Il Pontefice, già ricoverato quattro volte, ha un'affinità particolare con l'ospedale, vicino anche ai piccoli pazienti dell'oncologia pediatrica

Non è certamente una suite, come spesso viene indicato, e nemmeno un vero e proprio appartamento: il reparto in cui papa Francesco è ricoverato dal 14 febbraio scorso si trova al decimo piano – l’ultimo – del Policlinico Gemelli di Roma, l’ospedale nato dal sogno di un frate francescano, Agostino Gemelli appunto. Naturalmente, si tratta di un’ala dell’ospedale riservata, per ovvi motivi di privacy, ma è ben inserita all’interno del nosocomio. Forse, in pochi sanno che proprio al decimo piano, vicino al Papa, ci sono le stanze dell’oncologia pediatrica, che papa Francesco ha visitato durante l’operazione del luglio 2021 di stenosi diverticolare, e poi nel successivo intervento all’intestino, fermandosi – come suo solito – a dialogare con i piccoli pazienti. Malato tra i malati, dunque: papa Francesco, certo, ha l’utilizzo esclusivo di alcune stanze dell’ospedale, ma non è estraneo alla vita del Policlinico.

In gergo, questo “speciale reparto” viene chiamato Vaticano tre, dopo piazza San Pietro (il Vaticano uno, ovviamente) e Castel Gandolfo (Vaticano due). Fu papa Wojtyla a ribattezzarlo così, nel post-Angelus del 13 ottobre 1966, recitato proprio dalle finestre del nosocomio. Giovanni Paolo II e Bergoglio sono stati gli unici due pontefici a soggiornare al Gemelli, inaugurato nel 1964 e fondato su un terreno donato nel 1934 da papa Pio XI. Wojtyla, addirittura, vi fu ricoverato ben sette volte, la prima quando fu ferito da Alì Agcà in piazza San Pietro, il 13 maggio 1981. A seguito di una operazione di emergenza, vi rimase due settimane, fino al 3 giugno. Vi rientrò pochi giorni dopo - il 20 giugno - per una brutta infezione virale, forse causata dalle trasfusioni di sangue ottenute durante l’intervento chirurgico. Fu dimesso il 14 agosto, dopo quasi due mesi, periodo in cui si sottopose a una nuova piccola operazione. Gli altri ricoveri più impegnativi di Giovanni Paolo II furono, nel 1992, per l’asportazione di un tumore intestinale; nel 1993, per la lussazione alla spalla destra, dovuta a una caduta dagli scalini della sala Nervi; nel 1994, per la frattura del femore destro a seguito di una caduta in bagno e nel 1996 per l’appendicite.

Nel febbraio 2005, pochi mesi prima di morire, Giovanni Paolo II soggiornò di nuovo al Vaticano tre per una tracheotomia elettiva. Nella relazione dei suoi ultimi giorni di vita, redatta dal dottor Renato Buzzonetti, suo medico personale, e pubblicata nel libro Lasciatemi andare, si legge che il Pontefice era stato ricoverato a seguito di crisi respiratorie che lo avevano portato quasi all’asfissia. San Giovanni Paolo II diede il suo consenso all’intervento ma, con disarmante semplicità, chiese se si fosse potuto attendere qualche mese, magari dopo le vacanze estive, perché voleva celebrare la Pasqua. E, in effetti, celebrò la Resurrezione (Pasqua, nel 2005, fu il 27 marzo e Giovanni Paolo II morì pochi giorni dopo, il 2 aprile), ma dopo la tracheotomia ovviamente non poté più parlare.

Per Francesco, invece, questo è il quarto ricovero al Vaticano tre, il più lungo e delicato. La prima volta fu a luglio 2021 (dal 4 al 14) quando trascorse 10 giorni al Gemelli per un’operazione al colon. Dal 29 marzo al 1° aprile 2023, il Papa ha trascorso tre giorni in ospedale per un’infezione respiratoria, mentre il 7 giugno del 2023 fu operato all’addome e dimesso 9 giorni dopo. Si trova appunto in quello che viene definito l’appartamento dei Papi, con due affacci, uno sull’ingresso principale della struttura ospedaliera, da cui Giovanni Paolo II, quando riusciva, recitava l’Angelus; uno invece – ed è il panorama che si vede dal suo letto – su San Pietro. Tutte le ricostruzioni sulla suddivisione degli spazi di questo reparto – addirittura sul colore bianco delle pareti – non sono mai state confermate e derivano dalla suggestione mediatica. Di certo, essendo un reparto, oltre alla stanza dove si trova il letto del Papa, c’è un locale per i medici e il personale sanitario, il bagno e una piccola cappella. Vi si può accedere anche da ascensori dedicati, che garantiscono la privacy del paziente e degli ospiti che lo visitano. Vi sono, trattandosi di un ospedale, tutte le strumentazioni necessarie per le cure. A garantire sicurezza e privacy, gli agenti della polizia di Stato italiana, la Gendarmeria vaticana e la Sicurezza dello stesso Policlinico. Che – con 1.611 posti letto, quasi 6 mila dipendenti, oltre 90 mila interventi chirurgici l’anno per 57 sale chirurgiche tecnologicamente avanzate – è uno dei migliori e più grandi ospedali al mondo, al primo posto in Italia, per la quarta volta consecutiva, nella classifica 2024 del magazine americano Newsweek. Del resto, quando lo immaginò, padre Agostino Gemelli (che non fece in tempo a vederlo realizzato, perché morì nel 1959) aveva proprio questa idea: realizzare una vera eccellenza, basata sui valori cattolici.

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