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lunedì 12 maggio 2025
 
buone pratiche
 

Virtus Lab, un progetto che darà lavoro a 3 mila giovani

27/10/2021  Nato dalla collaborazione tra il movimento giovani dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti e la fondazione Antonio Emanuele Augurusa di Filogaso (Vibo Valentia) creerà un network di imprese che hanno bisogno di nuovi impieghi. "Mobilitiamo le Diocesi e gli enti locali di varie aree del Paese, alla ricerca di giovani disponibili a mettersi in gioco", spiega il coordinatore della rete Francesco Augurusa

Francesco Augurusa.
Francesco Augurusa.

La mancanza di lavoro per i giovani è uno dei drammi del nostro tempo, specialmente in questo difficilissimo momento di transizione post-emergenza Covid. Non è sempre vero, però, che non ci sia lavoro. Spesso ciò che davvero manca sono opportunità formative in linea con le reali esigenze del mercato. E percorsi di accompagnamento seri, incentrati sulla qualità e sulla dignità di chi vi prende parte. Quando si crea il terreno giusto, i risultati possono essere stupefacenti. Lo dimostra il progetto di respiro nazionale Virtus Lab, nato dalla collaborazione tra il movimento giovani dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e la fondazione Antonio Emanuele Augurusa, realtà attiva in tanti ambiti dell’impegno sociale e solidale, legata al territorio di Filogaso (Vibo Valentia), ma oggi attiva in tutta Italia e all’estero. Grazie a una coraggiosa intuizione e al lavoro di rete, si dischiudono per i giovani – a cominciare dai più penalizzati – impensabili opportunità occupazionali: al momento, solo nell’area di Reggio Emilia (una delle più attive sul fronte dell’innovazione) si prospettano almeno 3.000 inserimenti.

Virtus Lab si fonda su pilastri chiari e molto efficaci. «Partiamo dal contatto con le aziende, che ci segnalano le loro necessità e che spesso, contrariamente a quanto si può credere, faticano a trovare le figure altamente specializzate di cui avrebbero bisogno» spiega il fondatore del progetto, Francesco Augurusa, vicepresidente movimento giovani Ucid (38 anni, alle spalle alcune esperienze imprenditoriali tra Toronto, Boston e San Francisco, poi il ritorno in Italia, con l’idea di valorizzare risorse e talenti della propria terra). «Sulla base delle indicazioni ricevute dalle aziende, noi mobilitiamo le Diocesi e gli enti locali di varie aree del Paese, alla ricerca di giovani disponibili a mettersi in gioco. E cerchiamo di non lasciare indietro nessuno. In questo senso la Chiesa ha un ruolo centrale, perché ha le antenne tese per intercettare bisogni, fragilità, esigenze». Fatta, sulla base di criteri specifici e oggettivi, una selezione dei potenziali candidati, questi vengono avviati a un percorso formativo di qualità, quasi sempre di ambito tecnico e tecnologico, che si conclude con l’ottenimento di una certificazione e che prelude all’inserimento in azienda. L’apprendistato può avvenire sia nei territori di provenienza, sia in quelli di destinazione. Sì, perché il progetto prevede la mobilità tra diverse aree del Paese. «Non si tratta unicamente di spostare le persone dal Sud al Nord» chiarisce Augurusa. «Al contrario. Proprio grazie alla condivisione di competenze ed esperienze, ciò che oggi sta accadendo a Reggio Emilia, domani potrebbe accadere a Reggio Calabria. E i 3.000 posti di lavoro attualmente disponibili potrebbero moltiplicarsi per dieci, spostando l’attenzione a livello nazionale».

Nel caso di Reggio Emilia, Virtus Lab ha trovato un terreno particolarmente fertile grazie al coinvolgimento della locale sezione Unindustria, il cui presidente, Fabio Storchi, Cavaliere del Lavoro e membro Ucid, ha creduto fortemente nel progetto.

Altro punto di forza del progetto sta nell’accompagnamento: tante forze (imprenditori, enti locali, Diocesi, realtà del terzo settore) collaborano per garantire sicurezza e tutele anche nei luoghi di arrivo: ad esempio il lavoratore viene aiutato a trovare casa per sé e, se presente, per la famiglia, con soluzioni abitative studiate ad hoc, a condizioni economiche sostenibili. Lo stesso riguarda i trasporti dall’abitazione al posto di lavoro. «Il presupposto è quello di garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose. E di favorire percorsi che creino stabilità». Questo modello, presentato di recente durante la Settimana Sociale di Taranto, piace alle aziende «che spesso ci ringraziano perché le aiutiamo a trovare e formare mano d’opera altamente specializzata, cosa che le spinge a crescere e investire ulteriormente, innescando un circolo virtuoso». E, proprio per la sua marcata connotazione sociale e per l’attenzione alla persona, Virtus Lab rappresenta una straordinario occasione di crescita e di riscatto per tantissimi giovani. «Non è necessario partire già con alti livelli formativi. Ho incontrato ragazzi del Sud Italia che avevano soltanto la terza media e che oggi, dopo una formazione da saldatore, lavorano con contratti a tempo indeterminato e talvolta con stipendi perfino superiori a quelli degli ingegneri. Questo perché un operaio altamente formato oggi ha un enorme valore per le aziende. Se non avessero incontrato una possibilità di futuro, forse quei ragazzi avrebbero preso strade diverse e pericolose».   

 

Per maggiori informazioni: www.virtus-lab.it

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