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mercoledì 14 maggio 2025
 
il convegno
 

Zuppi: «L'incertezza è alla base della denatalità. Torniamo a guardare al futuro con speranza per tornare ad accogliere la vita con entusiasmo»

12/02/2025  Il presidente della Cei Matteo Zuppi è intervenuto al convegno “L'innovazione sociale per migliorare le politiche familiari”, promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori. All’evento, tra gli altri, anche la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria Roccella. L'altro tema, ha sottolineato Zuppi per far ripartire il Paese è l'accoglienza. «L’accoglienza è decisiva: non c’è futuro senza accoglienza»

La denatalità è un fenomeno sempre più concreto nonché un problema ormai evidente in Italia. Il concetto di famiglia perde centralità e non riesce più ad essere un fulcro, dal quale si possono diramare l’innovazione sociale e lo sviluppo economico e lavorativo. Sono questi gli allarmi lanciati durante il convegno “L'innovazione sociale per migliorare le politiche familiari”, promosso e coordinato da MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) e tenutosi questa mattina presso la Sala Marco Biagi del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) a Roma. All’evento -presieduto dal presidente del Cnel Renato Brunetta e dal presidente del MCL Alfonso Luzzi- sono intervenuti diversi ospiti, sui quali spiccano soprattutto il cardinale e presidente della CEI, Matteo Zuppi e la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria Roccella. Il convegno è ruotato attorno ad alcuni dati Istat che hanno evidenziato uno specifico scenario futuro. Secondo l’Istat nel 2040 le persone over 68 anni aumenteranno di 3.6 milioni unità e ci saranno ben 6 milioni in più di persone sole o di coppie senza figli. La diminuzione delle nascite e dei matrimoni sarà costante e l’indice di fertilità scenderà all’1.2.

Il cardinale Zuppi si è soffermato sull’obbligo immediato di risolvere il problema della crisi demografica: «Dobbiamo riuscire a compiere qualcosa per cui uno stile di vita più saggio è migliore di quello dissennato del consumismo. La demografia è una scienza esatta, ma noi pensiamo che siano solo delle indicazioni. Ricordo che nel 1992 il mio predecessore, il cardinale Biffi, parlò già di crisi demografica». Zuppi, poi, ha ricordato le parole di papa Francesco, presenti nella Bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit, richiamando la necessità di rivolgersi alla speranza: «Come sottolinea il Papa dovremmo guardare al futuro con speranza, per poter guardare alla vita con entusiasmo. Purtroppo constatiamo che questa prospettiva viene a mancare a causa dei ritmi di vita frenetica, di mancanza di garanzie lavorative, della ricerca costante del profitto senza curare le relazioni. E tutto ciò porta ad un calo della natalità, considerando come il rapporto tra donna, maternità e lavoro sia ancora molto complesso». Il cardinale, oltre al tema della speranza, ha puntato poi su quello dell’accoglienza che, al netto dei problemi da risolvere, non può essere accantonato: «Dobbiamo studiare delle scelte operative attraverso il dialogo tra terzo settore e istituzioni, puntando su una speranza inclusiva e non ideologica. Tutti hanno bisogno di recuperare la gioia di vivere. L’accoglienza è decisiva: non c’è futuro senza accoglienza. E riguarda l’integrazione di chi porta speranza. Ne abbiamo un bisogno enorme. Il 60% delle aziende in Italia fa fatica a trovare manodopera perché c’è meno innovazione».

Un momento del convefgno
Un momento del convefgno

Proprio il CNEL si propone come organo più adatto a raccogliere le necessità dei corpi intermedi e mediare nel rapporto e nel dialogo con le istituzioni governative, come ha spiegato il presidente Brunetta: «Dobbiamo riaccendere il motore sociale del nostro Paese. Un motore formato da lavoro, famiglia, cura e senso di comunità. La demografia è una scienza esatta, basata sullo studio di fenomeni già avvenuti. Fa previsioni su dinamiche già realizzate. La natalità porta maggiore forza lavoro, il lavoro finanzia il welfare. Se gli attivi sono meno degli inattivi si crea uno squilibrio. Se ci sono pochi giovani si fa fatica a creare e a sviluppare le imprese. Bisogna rimboccarsi le maniche e applicare riforme strategiche di lungo periodo, che mettano al centro incentivi per l’aumento della natalità. A partire dai servizi pubblici dedicati alla famiglia. Dobbiamo garantire welfare e maggiore benessere e coesione sociale. Noi di CNEL possiamo scrivere leggi e presentarle in parlamento. Siamo un catalizzatore dei lavori intermedi».

A Brunetta ha fatto eco il presidente del MCL Luzzi, che si è concentrato sul problematico rapporto tra donna, maternità e lavoro: «I giovani in generale, ma soprattutto le donne giovani, vanno sostenute e incentivate nel loro percorso all’interno del mondo del lavoro. Dobbiamo aiutare le donne che lavorano e che decidono di diventare madri. Prima e dopo la maternità le donne vanno agevolate. La retribuzione che cala e la paura di una diminuzione sulla pensione futura portano molte donne a rinunciare agli incentivi e alla maternità. Dobbiamo rassicurare le donne sull’importanza del loro ruolo di madri e lavoratrici». Luzzi poi ha aperto una parentesi anche sulla sicurezza nel mondo del lavoro, sempre legata alle figure femminili: «Non sono molte le donne vittime di incidenti mortali sul lavoro. Ma il 50% dei morti in itinere sono di sesso femminile. Molte donne perdono la vita in incidenti che avvengono sul percorso dal lavoro a casa o al luogo dove stanno i figli durante il giorno. Serve mettere al sicuro il futuro delle donne e della comunità in generale». Infine, il numero uno del MCL ha lanciato una proposta ulteriore per combattere la denatalità: «Si potrebbe riconoscere al genitore, che si trovi nelle condizioni di richiedere part time volontario, la possibilità di usufruire della contribuzione figurativa commisurata a un orario di lavoro a tempo pieno, per un periodo massimo di due anni».

La famiglia al centro dunque, un obiettivo tanto caro al governo Meloni e soprattutto alla Ministra per le Pari Opportunità Roccella, che ha lanciato una stoccata alla precedenti politiche : «La denatalità minaccia equilibri mondiali. Le politiche messe in campo negli anni sono state disastrose, come la politica sul figlio unico in Cina. Oggi noi abbiamo un problema culturale. Lo sviluppo e l’innovazione devono sostenere la natalità. Fare figli è un atto che porta gioia di vivere. Come Governo siamo intervenuti sulle agevolazioni per il lavoro femminile e il bonus asilo nido. Le donne fertili sono diminuite e siamo consapevoli di non poter aumentare la natalità nel giro di poco tempo. E siamo anche consapevoli dei problemi economici. Ma possiamo portare avanti l’idea che chi fa figli fa un servizio utile ad arricchire la comunità. La maternità deve tornare ad avere un valore sociale. Solo così si può riaccendere la speranza».

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